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In questa pagina elencheremo le possibili chiavi di lettura attraverso le quali è possibile spiegare i fenomeni che abbiamo osservato. Trovare una risposta "certa" non è sempre possibile anche perché la complessità dei fenomeni che ci troviamo di fronte ogni giorno necessitano di lunghi periodi (anni) di studio per essere classificati e compresi, ed inoltre non esistono molti progetti di ricerca nazionali ed internazionali che hanno il compito di analizzare in maniera egregia gli L.T.P.A.
Possibili Spiegazioni
Possible Explanations
Lo studio e la registrazione degli LTPA ha dato luogo ad una serie di problemi relativi alla comprensione ed allo studio di tali fenomenologie causando non pochi rompicapo alla scienza moderna. La causa di tale discussione scientifica (su tali fenomeni) è dovuta al fatto che molti dei fenomeni oggi conosciuti, se pur non spiegati, è rappresentata da una grande percentuale di fenomeni considerati naturali e che quindi, proprio per questa loro caratteristica, mal si conciliano con l'apparizione di oggetti luminosi di apparenza solida, in formazione o dotati di una propria (apparente) propulsione. La controversia, in campo scientifico, è scoppiata quando molti gruppi di ricerca hanno cominciato a riprendere fenomeni troppo complessi e strutturati per poter essere spiegati (semplicemente) come fenomeni naturali.
Questa era una premessa che bisognava fare, anche perchè se tutto fosse già spiegato, non staremmo certamente quì a discuterne. E' ovvio che ci sono fenomeni che non possono essere compresi, capiti e spiegati attraverso dei "canoni" scientifici consueti, ma che meritano un maggiore approfondimento, più di quanto non si faccia realmente.
Gli LTPA comprendono numerose manifestazioni, che normalmente è possibile osservare e registrare quasi ogni notte, fatta eccezione per i fenomeni più rari. Ci sono poi tutta una serie di apparizioni che denotano numerose caratteristiche che non possono essere ricondotte agli LTPA di origine naturale o presunta tale, ma che devono essere riconosciuti come fenomeni a parte. Sono proprio questi fenomeni l’oggetto di ricerca dell’LTPA Observer Project.
Tra i fenomeni di questo genere troviamo ad esempio i Raggi Cosmici, che possono causare (come affermato dalla scienza) numerose anomalie luminose durante l'arco di una notte, perfettamente visibili e registrabili con apparecchiature a basso costo. Ma è proprio così? CR = Cosmic Ray: I raggi cosmici sono particelle energetiche provenienti dallo spazio esterno, alle quali è esposta la Terra e qualunque altro corpo celeste, nonché i satelliti e gli astronauti in orbita spaziale. La loro natura è molto varia (l'energia cinetica delle particelle dei raggi cosmici è distribuita su quattordici ordini di grandezza), così come varia è la loro origine: il Sole, le altre stelle, fenomeni energetici come novae e supernovae, fino ad oggetti remoti come i quasar. La maggior parte dei raggi cosmici che arrivano sulla Terra vengono fermati dall'atmosfera, con interazioni che tipicamente producono una cascata di particelle secondarie a partire da una singola particella energetica.
Tali particelle possono arrivare fino alla superficie terrestre ed essere osservate con speciali apparecchiature. È per evitare queste interferenze che molti laboratori di fisica si trovano nel sottosuolo, come il laboratorio del Gran Sasso. Recentemente si è potuto dedurre che tali particelle possono essere captate anche con strumenti non professionali, il cui uso è deputato a tutt'altri scopi. Esempi ne sono le webcam che comunemente vengono utilizzate per riprese casalinghe o sensori CCD di fotocamere digitali (anche quelli dotati di filtri IR o UV). La presenza di tali anomalie sulle fotografie e sui frame delle immagini hanno indotto gli scienziati a ipotizzare che queste particelle siano, in realtà, di un numero molto maggiore a quello che si credeva precedentemente e che possano essere captate anche con mezzi ottici e digitali molto economici. Normalmente sui fotogrammi possono essere impresse tracce puntiformi, sdoppiate e a spruzzo, proprio perché tali particelle, entrando della densa atmosfera possono essere suddivise e separate in particelle più piccole di decadimento. Lo studio di tali anomalie è comunque ancora al vaglio dell'equipe scientifica internazionale.
Come è possibile comprendere si tratta di manifestazioni naturali, ma i dati relativi al numero di raggi cosmici che possono penetrare nell'atmosfera e giungere al suolo sono poco incoraggianti, se si vogliono prendere in considerazione per cercare di spiegare la presenza di anomalie luminose nel cielo riprese da sensori elettronici
Dai recenti dati che si dispongono è risultato come i raggi cosmici in grado di raggiungere il suolo siano in effetti pochissimi: "1 raggio cosmico ogni metro quadrato, ogni anno"! Quindi, dunque come è possibile che si possano riprendere numerose anomalie anche in una sola notte, con apparecchiature che posseggono una superficie ottica assai inferiore al metro quadrato (mm quadrati)? È ovvio che non è possibile parlare di raggi cosmici, ma di qualche altra fenomeno... di cosa si potrebbe quindi trattare?
Dopo aver osservato attentamente tutte le registrazioni acquisite dal 2009, si è riusciti ad avanzare delle prime ipotesi per poter spiegare determinati fenomeni, tenendo conto dei dati estrapolabili dalle registrazioni video/visuali:
Questa era una premessa che bisognava fare, anche perchè se tutto fosse già spiegato, non staremmo certamente quì a discuterne. E' ovvio che ci sono fenomeni che non possono essere compresi, capiti e spiegati attraverso dei "canoni" scientifici consueti, ma che meritano un maggiore approfondimento, più di quanto non si faccia realmente.
Gli LTPA comprendono numerose manifestazioni, che normalmente è possibile osservare e registrare quasi ogni notte, fatta eccezione per i fenomeni più rari. Ci sono poi tutta una serie di apparizioni che denotano numerose caratteristiche che non possono essere ricondotte agli LTPA di origine naturale o presunta tale, ma che devono essere riconosciuti come fenomeni a parte. Sono proprio questi fenomeni l’oggetto di ricerca dell’LTPA Observer Project.
Tra i fenomeni di questo genere troviamo ad esempio i Raggi Cosmici, che possono causare (come affermato dalla scienza) numerose anomalie luminose durante l'arco di una notte, perfettamente visibili e registrabili con apparecchiature a basso costo. Ma è proprio così? CR = Cosmic Ray: I raggi cosmici sono particelle energetiche provenienti dallo spazio esterno, alle quali è esposta la Terra e qualunque altro corpo celeste, nonché i satelliti e gli astronauti in orbita spaziale. La loro natura è molto varia (l'energia cinetica delle particelle dei raggi cosmici è distribuita su quattordici ordini di grandezza), così come varia è la loro origine: il Sole, le altre stelle, fenomeni energetici come novae e supernovae, fino ad oggetti remoti come i quasar. La maggior parte dei raggi cosmici che arrivano sulla Terra vengono fermati dall'atmosfera, con interazioni che tipicamente producono una cascata di particelle secondarie a partire da una singola particella energetica.
Tali particelle possono arrivare fino alla superficie terrestre ed essere osservate con speciali apparecchiature. È per evitare queste interferenze che molti laboratori di fisica si trovano nel sottosuolo, come il laboratorio del Gran Sasso. Recentemente si è potuto dedurre che tali particelle possono essere captate anche con strumenti non professionali, il cui uso è deputato a tutt'altri scopi. Esempi ne sono le webcam che comunemente vengono utilizzate per riprese casalinghe o sensori CCD di fotocamere digitali (anche quelli dotati di filtri IR o UV). La presenza di tali anomalie sulle fotografie e sui frame delle immagini hanno indotto gli scienziati a ipotizzare che queste particelle siano, in realtà, di un numero molto maggiore a quello che si credeva precedentemente e che possano essere captate anche con mezzi ottici e digitali molto economici. Normalmente sui fotogrammi possono essere impresse tracce puntiformi, sdoppiate e a spruzzo, proprio perché tali particelle, entrando della densa atmosfera possono essere suddivise e separate in particelle più piccole di decadimento. Lo studio di tali anomalie è comunque ancora al vaglio dell'equipe scientifica internazionale.
Come è possibile comprendere si tratta di manifestazioni naturali, ma i dati relativi al numero di raggi cosmici che possono penetrare nell'atmosfera e giungere al suolo sono poco incoraggianti, se si vogliono prendere in considerazione per cercare di spiegare la presenza di anomalie luminose nel cielo riprese da sensori elettronici
Dai recenti dati che si dispongono è risultato come i raggi cosmici in grado di raggiungere il suolo siano in effetti pochissimi: "1 raggio cosmico ogni metro quadrato, ogni anno"! Quindi, dunque come è possibile che si possano riprendere numerose anomalie anche in una sola notte, con apparecchiature che posseggono una superficie ottica assai inferiore al metro quadrato (mm quadrati)? È ovvio che non è possibile parlare di raggi cosmici, ma di qualche altra fenomeno... di cosa si potrebbe quindi trattare?
Dopo aver osservato attentamente tutte le registrazioni acquisite dal 2009, si è riusciti ad avanzare delle prime ipotesi per poter spiegare determinati fenomeni, tenendo conto dei dati estrapolabili dalle registrazioni video/visuali:
Come è possibile comprendere si tratta di manifestazioni naturali, ma i dati relativi al numero di raggi cosmici che possono penetrare nell'atmosfera e giungere al suolo sono poco incoraggianti, se si vogliono prendere in considerazione per cercare di spiegare la presenza di anomalie luminose su fotografie a lunga posa. Infatti dai recenti dati che si dispongono è risultato che i raggi cosmici in grado di raggiungere il suolo sono: "1 raggio cosmico ogni metro quadrato, ogni anno"! Quindi, come è possibile che invece si possano riprendere numerose anomalie anche in una sola notte, con apparecchiature che posseggono una superficie ottica molto inferiore al metro quadrato (mm quadrati)? E' ovvio che non è possibile parlare di raggi cosmici, ma di qualche altra cosa... di cosa si potrebbe quindi trattare?
Spiegazioni plausibili e/o possibili
Dopo aver osservato attentamente tutte le registrazioni acquisite dal 2009, si è riusciti ad avanzare delle prime ipotesi per poter spiegare determinati fenomeni, tenendo conto dei dati estrapolabili dalle registrazioni video/visuali:
1) Fenomeni elettrici di origine atmosferica;
2) Plasmi e fenomeni elettro/chimici di origine atmosferica;
3) Fenomeni generati dai satelliti artificiali in orbita terrestre;
4) Fenomeni meteorici;
5) Fenomeni UFO;
6) Rumore elettronico;
7) Muoni - paticelle secondarie prodotte dai raggi cosmici;
8) Radioattività ambientale.
Come è stato accennato pocanzi, la maggioranza dei fenomeni osservati trova un'origine naturale o artificiale, del tutto spiegabile o comunque plausibile con fenomeni elettro/chimici, fisici o antropici. Normalmente se ne possono osservare anche più di una decina per ogni notte, tenendo conto dell'enorme dimensione della cavità Terra-Ionosfera, è possibile dedurre che tali fenomeni siano moltissimi e praticamente rilevabili su ogni parte del globo (diverse migliaia ogni giorno). Ovviamente parliamo, in questo caso di fenomeni prettamente naturali. Per quanto riguarda i fenomeni luminosi registrati che posseggono un'impronta statica (limitata solo ad un fotogramma e della durata inferiore ad 1/10 di secondo), si è potuto comprendere come si tratti di particelle cariche (elettroni, protoni, etc), scaturite da particolari fenomeni elettro/chimici in grado di raggiungere i sensori CCD o CMOS delle apparecchiature utilizzate, in tal senso queste tracce potrebbero essere prodotte dei “Muoni (µ)”, ovvero particelle fondamentali con carica elettrica negativa (un Muone è la particella carica più penetrante che si conosca), il cui numero risulterebbe assai maggiore, come densità, rispetto a quello dei comuni raggi cosmici, assai rari da osservare a livello del suolo, se non impossibile con superfici ottiche così ristrette come quelle utilizzate per le normali apparecchiature video/fotografiche.
La maggior parte dei Muoni che raggiungono la Terra è prodotta dai raggi cosmici: questi ultimi, quando, penetrano negli strati superiori dell'atmosfera, generano pioni, che a loro volta decadono in muoni e neutrini. I muoni così prodotti si muovono a grande velocità, sicché la loro vita media osservata da Terra è maggiore di quella osservata in un sistema nel quale essi sono in quiete, in accordo con la dilatazione temporale prevista dalla teoria della relatività ristretta. Grazie a questo fenomeno, una frazione consistente dei muoni prodotti nell'alta atmosfera riesce a raggiungere la superficie terrestre prima di decadere, ed è così possibile rilevarli al suolo.
Altre particelle in grado di interagire con i sensori elettronici potrebbero essere legate al decadimento di particelle, come i Raggi “β”, i Raggi “x” e le particelle “α”.
Questo per quanto riguarda i fenomeni di origine naturale. Vi sono, comunque, altre apparizioni, sempre molto rare (1-3 casi l'anno) che riguardano fenomeni luminosi in movimento, alcuni di questi sono in grado di apparire e di sparire senza una causa apparente, durante la loro registrazione. Si può trattare sia di globi singoli che in formazione. In una delle registrazioni contenuta nel nostro archivio abbiamo potuto osservare l'apparizione di un oggetto formato da più fonti luminose, in spostamento nel cielo, del diametro angolare estremamente ampio, e in grado di apparire in meno di 1/10 di secondo. Tale registrazione è per noi frutto di notevole sconcerto poiché riguarda l'evidenza di un fenomeno davvero insolito, inconsueto e inspiegabile. In altre registrazioni si possono notare apparizioni di più oggetti, in rapido movimento, che si muovono nel cielo singolarmente e apparendo uno dopo l'altro. In altri casi si osservano globi luminosi singoli in movimento o in coppia, anche in pieno giorno.
Per quanto riguarda il discorso rumore elettronico, sembra assai improbabile che possa trattarsi di rumore elettronico, nel senso stretto del termine, perchè normalmente tali anomalie formano linee luminose perpendicolari al reticolato dei pixel presenti nel CCD o CMOS. Noi ne osserviamo un numero sufficiente per poterli distinguere da tutti gli altri fenomeni che posseggono, invece, una forma e dimensione assai diversa da questi ultimi. A supporto di quanto appena detto, le nostre sperimentazioni hanno dimostrato come per oltre 7 giorni, tenendo l'apparecchiatura all'esterno (dove normalmente è posizionata), tenendola l'ottica coperta dal tappo e/o puntata in direzione del suolo, e per 8 ore al giorno di registrazione tali anomalie non vengono riscontrate, come è possibile questo? Secondo il nostro modesto parere si deve trattare per forza di fenomeni che avvengono ad una certa distanza nel cielo, ciè può essere spiegato solo si si trattasse di particelle come i Muoni. Ovviamente il discorso cambia quando ci troviamo di fronte ad oggetti in movimento e presenti su diversi fotogrammi, in tal caso si tratta di fenomeni che non possono essere generati da Muoni o fonti similari.
1) Fenomeni elettrici di origine atmosferica;
2) Plasmi e fenomeni elettro/chimici di origine atmosferica;
3) Fenomeni generati dai satelliti artificiali in orbita terrestre;
4) Fenomeni meteorici;
5) Fenomeni UFO;
6) Rumore elettronico;
7) Muoni - paticelle secondarie prodotte dai raggi cosmici;
8) Radioattività ambientale.
Come è stato accennato pocanzi, la maggioranza dei fenomeni osservati trova un'origine naturale o artificiale, del tutto spiegabile o comunque plausibile con fenomeni elettro/chimici, fisici o antropici. Normalmente se ne possono osservare anche più di una decina per ogni notte, tenendo conto dell'enorme dimensione della cavità Terra-Ionosfera, è possibile dedurre che tali fenomeni siano moltissimi e praticamente rilevabili su ogni parte del globo (diverse migliaia ogni giorno). Ovviamente parliamo, in questo caso di fenomeni prettamente naturali. Per quanto riguarda i fenomeni luminosi registrati che posseggono un'impronta statica (limitata solo ad un fotogramma e della durata inferiore ad 1/10 di secondo), si è potuto comprendere come si tratti di particelle cariche (elettroni, protoni, etc), scaturite da particolari fenomeni elettro/chimici in grado di raggiungere i sensori CCD o CMOS delle apparecchiature utilizzate, in tal senso queste tracce potrebbero essere prodotte dei “Muoni (µ)”, ovvero particelle fondamentali con carica elettrica negativa (un Muone è la particella carica più penetrante che si conosca), il cui numero risulterebbe assai maggiore, come densità, rispetto a quello dei comuni raggi cosmici, assai rari da osservare a livello del suolo, se non impossibile con superfici ottiche così ristrette come quelle utilizzate per le normali apparecchiature video/fotografiche.
La maggior parte dei Muoni che raggiungono la Terra è prodotta dai raggi cosmici: questi ultimi, quando, penetrano negli strati superiori dell'atmosfera, generano pioni, che a loro volta decadono in muoni e neutrini. I muoni così prodotti si muovono a grande velocità, sicché la loro vita media osservata da Terra è maggiore di quella osservata in un sistema nel quale essi sono in quiete, in accordo con la dilatazione temporale prevista dalla teoria della relatività ristretta. Grazie a questo fenomeno, una frazione consistente dei muoni prodotti nell'alta atmosfera riesce a raggiungere la superficie terrestre prima di decadere, ed è così possibile rilevarli al suolo.
Altre particelle in grado di interagire con i sensori elettronici potrebbero essere legate al decadimento di particelle, come i Raggi “β”, i Raggi “x” e le particelle “α”.
Questo per quanto riguarda i fenomeni di origine naturale. Vi sono, comunque, altre apparizioni, sempre molto rare (1-3 casi l'anno) che riguardano fenomeni luminosi in movimento, alcuni di questi sono in grado di apparire e di sparire senza una causa apparente, durante la loro registrazione. Si può trattare sia di globi singoli che in formazione. In una delle registrazioni contenuta nel nostro archivio abbiamo potuto osservare l'apparizione di un oggetto formato da più fonti luminose, in spostamento nel cielo, del diametro angolare estremamente ampio, e in grado di apparire in meno di 1/10 di secondo. Tale registrazione è per noi frutto di notevole sconcerto poiché riguarda l'evidenza di un fenomeno davvero insolito, inconsueto e inspiegabile. In altre registrazioni si possono notare apparizioni di più oggetti, in rapido movimento, che si muovono nel cielo singolarmente e apparendo uno dopo l'altro. In altri casi si osservano globi luminosi singoli in movimento o in coppia, anche in pieno giorno.
Per quanto riguarda il discorso rumore elettronico, sembra assai improbabile che possa trattarsi di rumore elettronico, nel senso stretto del termine, perchè normalmente tali anomalie formano linee luminose perpendicolari al reticolato dei pixel presenti nel CCD o CMOS. Noi ne osserviamo un numero sufficiente per poterli distinguere da tutti gli altri fenomeni che posseggono, invece, una forma e dimensione assai diversa da questi ultimi. A supporto di quanto appena detto, le nostre sperimentazioni hanno dimostrato come per oltre 7 giorni, tenendo l'apparecchiatura all'esterno (dove normalmente è posizionata), tenendola l'ottica coperta dal tappo e/o puntata in direzione del suolo, e per 8 ore al giorno di registrazione tali anomalie non vengono riscontrate, come è possibile questo? Secondo il nostro modesto parere si deve trattare per forza di fenomeni che avvengono ad una certa distanza nel cielo, ciè può essere spiegato solo si si trattasse di particelle come i Muoni. Ovviamente il discorso cambia quando ci troviamo di fronte ad oggetti in movimento e presenti su diversi fotogrammi, in tal caso si tratta di fenomeni che non possono essere generati da Muoni o fonti similari.
Muoni ripresi con un CCD
One hour exposures of CCD at sea level (top), at 350 feet underground (middle), and underground with lead shielding (bottom).
The straight line signature of cosmic ray muons disappears underground.
With shielding, the scattering from background radiation decreases, limiting the wiggly tracks and dots. A dark matter interaction would look like a white dot on these images.
Credit: http://www.symmetrymagazine.org/
I tre fotogrammi che vedete in alto sono stati creati durante il progetto "DAMIC" (Dark Matter In CCD). Secondo gli esperti le linee rette rappresenterebbero il segno lasciato dai muoni in transito sul CCD della fotocamera utilizzata per l'esperimento. Tale CCD è mantenuto ad una temperatura di -150°C.
I risultati che abbiamo ottenuto attraverso le nostre riprese presentano spesso anomalie molto simili a questo tipo di tracce, con l'unica differenza che lo strumento da noi utilizzato non è un CCD ma un sensore CMOS (VISUAL Project) ad alta risoluzione con sensibilità di 2-2,5 lux e, per giunta, non è mantenuto ad una temperatura di -150° Celsius. Le nostre immagini, inoltre, oltre ad essere a colori, mostrano delle anomalie che hanno un diametro mediamente più grande rispetto a quello visibile sui frame in alto. E' possibile davvero osservare il transito di muoni attraverso una normale webcam con ridotta sensibilità che esegue pose di 1/10 di secondo? L'unico sensore CCD utilizzatato dal nostro gruppo è rappresentato dalla CCTV Camera Sony, ultrasensibile, adoperato per eseguire rilevazioni in luce N.I.R. Tale strumento ci ha raramente consentito di osservare tracce muoniche. Nonostante questo, crediamo che parte delle anomalie da noi registrate siano da additare a qualche tipo di particella proveniente dall'ambiente circostante, e solo in minima percentuale ai Muoni, ovviamente su tale possibilità vi sono comunque dei dubbi.
La spiegazione potrebbe essere trovata ipotizzando che le nostre apparecchiature siano in grado di osservare e registrare particelle di tipo ionizzante, provenienti dal suolo, o dall'atmosfera, forse legate ai gas naturali, tipo il Radon, o alle varie particelle (sottoprodotti) che da queste possono essere scaturite. In basso potete scaricare un documento in formato .pdf che tratta la formazione di spot e linee luminose sulle immagini derivate da CMOS ed in generare su sistemi digitali (quindi anche CCD), dopo bombardamento protonico.
The straight line signature of cosmic ray muons disappears underground.
With shielding, the scattering from background radiation decreases, limiting the wiggly tracks and dots. A dark matter interaction would look like a white dot on these images.
Credit: http://www.symmetrymagazine.org/
I tre fotogrammi che vedete in alto sono stati creati durante il progetto "DAMIC" (Dark Matter In CCD). Secondo gli esperti le linee rette rappresenterebbero il segno lasciato dai muoni in transito sul CCD della fotocamera utilizzata per l'esperimento. Tale CCD è mantenuto ad una temperatura di -150°C.
I risultati che abbiamo ottenuto attraverso le nostre riprese presentano spesso anomalie molto simili a questo tipo di tracce, con l'unica differenza che lo strumento da noi utilizzato non è un CCD ma un sensore CMOS (VISUAL Project) ad alta risoluzione con sensibilità di 2-2,5 lux e, per giunta, non è mantenuto ad una temperatura di -150° Celsius. Le nostre immagini, inoltre, oltre ad essere a colori, mostrano delle anomalie che hanno un diametro mediamente più grande rispetto a quello visibile sui frame in alto. E' possibile davvero osservare il transito di muoni attraverso una normale webcam con ridotta sensibilità che esegue pose di 1/10 di secondo? L'unico sensore CCD utilizzatato dal nostro gruppo è rappresentato dalla CCTV Camera Sony, ultrasensibile, adoperato per eseguire rilevazioni in luce N.I.R. Tale strumento ci ha raramente consentito di osservare tracce muoniche. Nonostante questo, crediamo che parte delle anomalie da noi registrate siano da additare a qualche tipo di particella proveniente dall'ambiente circostante, e solo in minima percentuale ai Muoni, ovviamente su tale possibilità vi sono comunque dei dubbi.
La spiegazione potrebbe essere trovata ipotizzando che le nostre apparecchiature siano in grado di osservare e registrare particelle di tipo ionizzante, provenienti dal suolo, o dall'atmosfera, forse legate ai gas naturali, tipo il Radon, o alle varie particelle (sottoprodotti) che da queste possono essere scaturite. In basso potete scaricare un documento in formato .pdf che tratta la formazione di spot e linee luminose sulle immagini derivate da CMOS ed in generare su sistemi digitali (quindi anche CCD), dopo bombardamento protonico.
spot_e_linee_luminose_su_cmos.pdf | |
File Size: | 113 kb |
File Type: |
Credit: “Radiation Tolerance Tests of CMOS Active Pixel Sensors used for the CMS Muon Barrel Alignment”. Bencze, Gy., L. Fenyvesi, A., Kerek, A., Norlin, L-O., Molnár, J., Novák, D., Raics, P., Szabó, Zs. and Szillási, Z.
Il progetto DAMIC e il test sulla tolleranza di radiazione
I muoni sono particelle prodotte dal decadimento dei raggi cosmici (C.R.) all’interno dell’a-tmosfera terrestre; più precisamente sono generati dall’interazione dei raggi cosmici primari (in grande maggioranza protoni) con i nuclei dell’atmosfera terrestre.[1] Su 1 metro quadrato di superficie terrestre giunge 1 solo raggio cosmico all’anno; mentre nello spazio la stessa superficie viene raggiunta da un raggio cosmico ogni secondo.[2] Il grafico a sinistra mostra la distribuzione del numero di muoni per metro quadrato al livello del mare, mediata su più sciami, in funzione della distanza dal centro dello sciame stesso. Si assume che la direzione di incidenza del protone primario, dunque dell’asse dello sciame prodotto, coincida con la verticale passante per il centro dello sciame. Se tale asse forma invece un angolo con la verticale, l’impronta dello sciame al suolo non sarà più circolare bensì ellittica.
E' possibile osservare muoni anche a distanze molto elevate dal centro dello sciame. Le distanze a cui i muoni possono giungere aumentano all’aumentare dell’energia dello sciame primario, così come aumenta il numero medio di muoni che compongono lo sciame. I muoni, che sono prodotti a un’altezza media di circa 15 km, in atmosfera, sono le particelle cariche più abbondanti al livello del mare, ed infatti ad un’altitudine di 0 metri, un metro quadrato di superficie terrestre è permeata da 85 muoni ogni secondo[3], mentre i muoni che provengono dal basso sono estremamente più rari: se ne osserva 1 ogni secolo su una superficie di 1 metro quadrato. [4]
Secondo questo breve excursus avete capito che i muoni sono particelle che è possibile trovane nella nostra atmosfera con molta facilità poiché il loro numero è elevato. Ma come è possibile osservare un muone? Solitamente queste particelle non vengono osservate attraverso una semplice webcam o CCTV Camera, ma attraverso degli scintillatori e dei fotomoltiplicatori che amplificano i pochi fotoni generati dal transito dei muoni nei scintillatori di un fattore variabile tra 10^6 a 10^7, ossia tra 1 e 10 milioni di volte![5]. Ora la domanda che ci poniamo è la seguente: è possibile osservare con una normale[6] webcam il transito di un muone?
[1] Fonte: www.centrofermi.it.
[2] Fonte: www.lngs.infn.it – Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
[3] Alcuni autori hanno prodotto una stima maggiore del numero di muoni che ogni secondo raggiunge 1 m2 di superficie terrestre a livello del mare: 100 (vedi ad esempio: www.scienzapertutti.net).
[4] Fonte: www.centrofermi.it.
[5] Fonte: www.scienzapertutti.net.
[6] Con il termine “normale” intendiamo riferirci ad una webcam equipaggiata di un sensore CMOS con sensibilità di 2-2,5 lux.
Secondo questo breve excursus avete capito che i muoni sono particelle che è possibile trovane nella nostra atmosfera con molta facilità poiché il loro numero è elevato. Ma come è possibile osservare un muone? Solitamente queste particelle non vengono osservate attraverso una semplice webcam o CCTV Camera, ma attraverso degli scintillatori e dei fotomoltiplicatori che amplificano i pochi fotoni generati dal transito dei muoni nei scintillatori di un fattore variabile tra 10^6 a 10^7, ossia tra 1 e 10 milioni di volte![5]. Ora la domanda che ci poniamo è la seguente: è possibile osservare con una normale[6] webcam il transito di un muone?
[1] Fonte: www.centrofermi.it.
[2] Fonte: www.lngs.infn.it – Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
[3] Alcuni autori hanno prodotto una stima maggiore del numero di muoni che ogni secondo raggiunge 1 m2 di superficie terrestre a livello del mare: 100 (vedi ad esempio: www.scienzapertutti.net).
[4] Fonte: www.centrofermi.it.
[5] Fonte: www.scienzapertutti.net.
[6] Con il termine “normale” intendiamo riferirci ad una webcam equipaggiata di un sensore CMOS con sensibilità di 2-2,5 lux.
In alto: rilevazioni eseguite nell'ambito del VISUAL Project (2010) Le lunghe linee rette colorate sono con molta probabilità dovute all'interazione tra raggi Alfa e il sensore CMOS. Le piccole linee curve, a volte spezzate, sono invece il risultato dell'interazione tra muoni e il sensore CMOS. Gli spot luminosi bianchi sono da imputare a fenomeni di ionizzazione del silicio che ricopre il sensore CMOS da parte di protoni derivati da sciami secondari dei raggi cosmici. Tale fenomeno di ionizzazione produce emissione di raggi gamma e i raggi gamma producono questi spot. Tale spiegazione ci è stata in parte confermata da uno studio condotto dall’Istituto di Fisica Sperimentale dell’Università di Debrecen (Ungheria), in collaborazione con: l’Istituto di Ricerca Nucleare (ATOMKI di Debrecen; l’Istituto di Fisica Nucleare delle Particelle di Budapest; il CERN e il KTH (Royal Institute of Tecnology), SCAFAB.
L’Istituto di Fisica Sperimentale dell’Università di Debrecen (Ungheria), in collaborazione con: l’Istituto di Ricerca Nucleare (ATOMKI di Debrecen; l’Istituto di Fisica Nucleare delle Particelle di Budapest; il CERN e il KTH (Royal Institute of Tecnology), SCAFAB, ha realizzato uno studio sul test di tolleranza di radiazione di un sensore CMOS producendo dei dati sensazionali. Questo è quanto si è riusciti ad appurare:
(…) Le immagini video registrate delle irradiazioni hanno mostrato delle macchie bianche e lunghe linee. Si tratta del risultato delle diverse interazioni nucleari causati dall’irradiazione di protoni e neutroni. I frammenti pesanti delle reazioni nucleari sono stati osservati come macchie bianche nell’immagine. Si tratta di luce generata da protoni e particelle alfa, corpuscoli emessi a seguito di reazioni nucleari. Tali particelle vengono emesse con energie diverse e con direzioni che seguono la cinematica del processo.
Alcune di queste particelle sono state emesse nel piano sensibile del sensore CMOS depositando la loro energia nel silicio. Questa energia viene in un secondo momento riemessa sottoforma di cariche elettriche di forma lineare che poi vengono rilevate dai pixel che formano il sensore. Queste tracce sono visibili sulle immagini video. (…)
(…) Le immagini video registrate delle irradiazioni hanno mostrato delle macchie bianche e lunghe linee. Si tratta del risultato delle diverse interazioni nucleari causati dall’irradiazione di protoni e neutroni. I frammenti pesanti delle reazioni nucleari sono stati osservati come macchie bianche nell’immagine. Si tratta di luce generata da protoni e particelle alfa, corpuscoli emessi a seguito di reazioni nucleari. Tali particelle vengono emesse con energie diverse e con direzioni che seguono la cinematica del processo.
Alcune di queste particelle sono state emesse nel piano sensibile del sensore CMOS depositando la loro energia nel silicio. Questa energia viene in un secondo momento riemessa sottoforma di cariche elettriche di forma lineare che poi vengono rilevate dai pixel che formano il sensore. Queste tracce sono visibili sulle immagini video. (…)
Immagine in alto: tracce luminose prodotte un sensore CMOS da parte di particelle cariche elettricamente. Credit: “Radiation Tolerance Tests of CMOS Active Pixel Sensors used for the CMS Muon Barrel Alignment”. Bencze, Gy., L. Fenyvesi, A., Kerek, A., Norlin, L-O., Molnár, J., Novák, D., Raics, P., Szabó, Zs. and Szillási, Z.
L’Istituto di Fisica Sperimentale dell’Università di Debrecen ha dimostrato che è possibile osservare attraverso un sensore CMOS l’irradiazione protonica che ha un’energia di almeno 98 MeV. Inoltre, gli spot luminosi bianchi (foto “A” e “B”) sono il risultato dell’interazione tra il silicio del sensore e particelle cariche elettricamente: più lo spot è grande più la particella che lo ha generato è pesante; mentre il fondo più luminoso presente nella foto “B” è il risultato della radiazione diretta prodotta dalla ionizzazione del silicio da parte dei protoni.
La maggior parte dei protoni, comunque, non determina nessuna reazione nucleare con il silicio presente sul sensore CMOS, ma solo una ionizzazione.
La lunghe tracce luminose presenti nelle foto “A” e “B” rappresentano probabilmente il risultato dell’interazione di raggi alfa con il silicio del sensore, mentre le tracce luminose più piccole presenti nelle due foto sono il risultato di emissione di raggi gamma da parte del silicio ionizzato dal bombardamento protonico. Ricapitolando:
Questo interessantissimo studio ci ha permesso una volta per tutte di capire che molto probabilmente gli spot luminosi visibili nei nostri fotogrammi sono di origine protonica, ossia generati da emissioni di raggi gamma secondari alla ionizzazione del silicio da parte di protoni, con molta probabilità creati come particelle secondarie di raggi cosmici. Le anomalie che hanno una forma rettilinea molto lunga derivano quasi sicuramente dall’interazione tra raggi alfa e il vetro ce ricopre il sensore CMOS della webcam; mentre le piccole anomalie dalla forma curva, sembrerebbero l’effetto generato dall’interazione dei muoni sul sensore CMOS.
L’Istituto di Fisica Sperimentale dell’Università di Debrecen afferma che tali fenomeni sono osservabili attraverso comuni sensori CMOS; mentre il progetto DAMIC è riuscito ad osservare l'interazione tra muoni e CCD praticamente in ogni condizione di luminosità..., addirittura chiudendo il sensore CCD in una scatola foderata di piombo. Ciò che rende differente l'esperienza di questi due esperimenti con il vissuto quotidiano è che sono avvenuti in condizioni particolari e cioè non secondo quello che può essere definito come un "semplice utilizzo di un sensore CMOS o CCD". Infatti, il progetto DAMIC utilizzava , proprio come abbiamo già ricordato, un sensore CCD raffreddato a -150° Celsius; mentre il l'Università di Debrecen ha utilizzato un acceleratore di particelle per bombardare vari sensori CMOS...
Forse questa deve essere la chiave di lettura del dell'intera discussione che abbiamo appena fatto: i dati sperimentali vanno poi comparati con i dati osservativi. Il nostro parere è che la maggior parte delle anomalie luminose che abbiamo rilevato sono da attribuire ad emissioni di raggi alfa, protoni e muoni prodotti da raggi cosmici; particelle che bersagliano il sensore CMOS della webcam che utilizziamo per le riprese. Questo dato sembra essere confermato dalle caratteristiche morfologiche delle tracce luminose presenti sui nostri fotogrammi. Purtroppo però non abbiamo l'assoluta certezza che le cose stiano esattamente in questo modo, e comunque il mistero rimane... Come si spiegano tutti gli altri tipi di anomalie luminose?
La prossima sfida sarà rappresentata dal trovare una spiegazione a tutte quelle anomalie che possiedono un movimento angolare ...e qui sarà difficile chiamare in causa le particelle sub-atomiche...
La maggior parte dei protoni, comunque, non determina nessuna reazione nucleare con il silicio presente sul sensore CMOS, ma solo una ionizzazione.
La lunghe tracce luminose presenti nelle foto “A” e “B” rappresentano probabilmente il risultato dell’interazione di raggi alfa con il silicio del sensore, mentre le tracce luminose più piccole presenti nelle due foto sono il risultato di emissione di raggi gamma da parte del silicio ionizzato dal bombardamento protonico. Ricapitolando:
- Tracce lineari lunghe: risultato dell’interazione tra raggi alfa e il silicio che ricopre il sensore CMOS. L’energia depositata lungo la traccia segue la curva di Bragg, questa è la ragione per cui la traccia diventa più ampia e più luminosa verso la fine.
- Tracce a Spot: risultato dell’irradiazione dei pixel da parte di raggi gamma emessi per effetto della ionizzazione del silicio che ricopre il CMOS da parte dei protoni. L’intensità dei spot dipende dall’inclinazione della luce incidente sul sensore CMOS.
Questo interessantissimo studio ci ha permesso una volta per tutte di capire che molto probabilmente gli spot luminosi visibili nei nostri fotogrammi sono di origine protonica, ossia generati da emissioni di raggi gamma secondari alla ionizzazione del silicio da parte di protoni, con molta probabilità creati come particelle secondarie di raggi cosmici. Le anomalie che hanno una forma rettilinea molto lunga derivano quasi sicuramente dall’interazione tra raggi alfa e il vetro ce ricopre il sensore CMOS della webcam; mentre le piccole anomalie dalla forma curva, sembrerebbero l’effetto generato dall’interazione dei muoni sul sensore CMOS.
L’Istituto di Fisica Sperimentale dell’Università di Debrecen afferma che tali fenomeni sono osservabili attraverso comuni sensori CMOS; mentre il progetto DAMIC è riuscito ad osservare l'interazione tra muoni e CCD praticamente in ogni condizione di luminosità..., addirittura chiudendo il sensore CCD in una scatola foderata di piombo. Ciò che rende differente l'esperienza di questi due esperimenti con il vissuto quotidiano è che sono avvenuti in condizioni particolari e cioè non secondo quello che può essere definito come un "semplice utilizzo di un sensore CMOS o CCD". Infatti, il progetto DAMIC utilizzava , proprio come abbiamo già ricordato, un sensore CCD raffreddato a -150° Celsius; mentre il l'Università di Debrecen ha utilizzato un acceleratore di particelle per bombardare vari sensori CMOS...
Forse questa deve essere la chiave di lettura del dell'intera discussione che abbiamo appena fatto: i dati sperimentali vanno poi comparati con i dati osservativi. Il nostro parere è che la maggior parte delle anomalie luminose che abbiamo rilevato sono da attribuire ad emissioni di raggi alfa, protoni e muoni prodotti da raggi cosmici; particelle che bersagliano il sensore CMOS della webcam che utilizziamo per le riprese. Questo dato sembra essere confermato dalle caratteristiche morfologiche delle tracce luminose presenti sui nostri fotogrammi. Purtroppo però non abbiamo l'assoluta certezza che le cose stiano esattamente in questo modo, e comunque il mistero rimane... Come si spiegano tutti gli altri tipi di anomalie luminose?
La prossima sfida sarà rappresentata dal trovare una spiegazione a tutte quelle anomalie che possiedono un movimento angolare ...e qui sarà difficile chiamare in causa le particelle sub-atomiche...
Secondo quanto abbiamo avuto modo di accertare, le tipologie di eventi luminosi visibili quì in alto e classificati dal nostro gruppo di ricerca come anomalie della tipologia "ANL-III" e "ANL-II", trovano enorme somiglianza con particelle Alfa e Muoni. A questo punto abbiamo finalmente la certezza che circa il 40% dei rilevamenti compiuti dalle nostre strumentazioni riguardino questa tipologia di oggetti; e cioé fenomeni luminosi generati da sciami secondari dei raggi cosmici, comprendendo anche le particelle alfa le quali possono anche derivare da radioattivita del sottosuolo, infatti l'area del Parco dei Castelli Romani, ergendosi su un imponente sito vulcanico, è ricco di tufo, e come sappiamo il tufo emette, seppur debolmente, piccole quantità di raggi alfa, beta e gamma, oltre che di gas radon.
Alcune delle Immagini relative a particelle ionizzanti naturali registrate con il nostro sistema di monitoraggio visuale (Protoni)
Particelle Ionizzanti Beta
Flash luminosi determinati da velivoli in quota
In basso alcune fotografie realizzate dal Dr. Daniele Cataldi mostranti un aereo di linea ad una quota di volo relativamente bassa in grado di riflettere la luce del sole per mezzo delle strutture alari e della fusoliera.
A volte può capitare che durante il crepuscolo o il tramonto gli aerei siano in grado di creare dei flash luminosi molto brillanti ed essere avvistati anche a grandi distanze. Sovente possono essere scambiati per oggetti luminosi in movimento ma come è possibile notare non lo sono affatto.
A volte può capitare che durante il crepuscolo o il tramonto gli aerei siano in grado di creare dei flash luminosi molto brillanti ed essere avvistati anche a grandi distanze. Sovente possono essere scambiati per oggetti luminosi in movimento ma come è possibile notare non lo sono affatto.
Aerei e scie illuminati dal Sole
Gli aerei possono inoltre essere illuminati dalla luce solare, anche quando il Sole non è visibile, a causa della quota alla quale questi velivoli volano e quindi essendo ancora illuminati dal Sole, possono emettere bagliori e le loro scie apparire come vistose linee rossicce perché illuminate dalla luce solare stessa:
Carlinghe e motori illuminati dal Sole
Lanterne Cinesi
Le lanterne cinesi possono determinare tutta una serie di falsi avvistamenti UFO, UAP, OVNI e FLA, specie quando chi fotografa non ha l'esperienza o la cultura sufficiente a comprendere quanto sta osservando. Le Lanterne cinesi sono dotate di luce tremolante, possono sovente rimanere sospese nel cielo, quando il vento è quasi assente, o muoversi lungo certe traiettorie, dando l'impressione che possa trattarsi di oggetti dotati di movimento intelligente:
In questa foto (in alto) realizzata dal Dott. Daniele Cataldi il fenomeno è perfettamente visibile, così come si osserva comunemente nel cielo serale.
Nelle due foto successive un'integrazione di fotogrammi utile a comprendere le traiettorie che le Lanterne Cinesi possono seguire nel cielo, a bassa quota, intorno ai 30 mt di altezza:
Nelle due foto successive un'integrazione di fotogrammi utile a comprendere le traiettorie che le Lanterne Cinesi possono seguire nel cielo, a bassa quota, intorno ai 30 mt di altezza:
Sotto, alcune riprese video effettuate dal Dott. Daniele Cataldi, in fase di sperimentazione dei sistemi ottici e documentazione visuale dei fenomeni luminosi, documentano le Lanterne Cinesi con sistemi di videosorveglianza del Cielo:
Sfuocatura determinata dai diaframmi a 4 elementi
Su alcuni sistemi ottici utilizzati in videocamere o fotocamere, sono presenti obiettivi caratterizzati dalla presenza di diaframmi a 4 elementi, tali 4 elementi generano, su soggetti luminosi fuori fuoco, delle immagini artefatte a forma romboidale, forma che è sempre visibile orizzontalmente, proprio perché la forma è determinata da lamelle fisse che non variano la loro posizione:
Tali sistemi ottici possono quindi determinare fenomeni che i poco esperti scambiano per UFO, OVNI, UAP e quant'altro, quando invece si tratta di un effetto determinato dalle specifiche tecniche di certi sistemi ottici di ripresa video e fotografici. Riconoscerli, o meglio ancora saperlo, evita che si scambino lucciole per lanterne.
Se l'oggetto luminoso fosse messo a fuoco normalmente, tale effetto non si vedrebbe ma si vedrebbe la forma reale dell'oggetto luminoso, come nella foto di seguito:
Se l'oggetto luminoso fosse messo a fuoco normalmente, tale effetto non si vedrebbe ma si vedrebbe la forma reale dell'oggetto luminoso, come nella foto di seguito:
In sostanza accade che qualsiasi cosa voli in cielo ed emetta luce, non può essere riconoscibile se sfuocato, quindi è sempre bene utilizzare la messa a fuoco in modalità manuale quando si registrano video o foto di notte o in scarsità di luce.
Luci di normali velivoli notturni
Gli elicotteri possono essere osservati a basse quote, anche se lontani e il loro rumore rendersi indistinguibile se lontano. In queste foto, visibile di seguito, il Dott. Daniele Cataldi ha registrato il passaggio ravvicinato di un elicottero della Protezione Civile di notte, esse evidenziano le luci bianche e verdi sempre accese e quella rossa pulsatile.
Video Correlati:
Elicotteri militari possono spegnere le luci o averne solo una accesa (rossa) in fase di esercitazione, nell'area dei Castelli Romani e precisamente nei dintorni del Vulcano Laziale sono visibili tali elicotteri di notte, muoversi a quote anche inferiori ai 100 metri. E' sempre molto bene sapere quali sono queste luci e saperle identificare per non cadere in falsi riconoscimenti di UFO, OVNI, UAP o FLA.
Velivoli in lontananza fuori fuoco
Le foto visibili di seguito, sono state realizzate dal Dott. Daniele Cataldi, per mezzo di una videocamera FULL-HD dotata di zoom ottico 90x e sistema di stabilizzazione elettronico delle immagini. Esse evidenziano le luci di un elicottero a bassa quota, volutamente sfuocate per far osservare l'effetto sfuocatura circolare che le immagini registrano e che spesso traggono in inganno moltissime persone, nel corso di riprese video notturne, accostando tali immagini ad UFO, OVNI, UAP o FLA, quando invece si tratta solo di immagini sfuocate di velivoli noti:
Qualsiasi sia l'origine dell'oggetto luminoso registrato, quando le riprese sono sfuocate esse documentano qualcosa che non è possibile spiegare. Il consiglio è sempre quello di registrare in modalità manuale della messa a fuoco, per non incappare in falsi avvistamenti di oggetti non identificati come la maggior parte delle persone e degli "esperti" fanno soventemente.
In questo caso l'UFO osservato a Tropea, vi ricorda qualcosa? Si tratta di un oggetto luminoso ma sfuocato che potrebbe trattarsi di qualsiasi cosa (non conosciuta) e ripresa dal testimone. Immagini come queste mettono in luce il fatto che spesso la maggioranza delle persone non è in grado di comprendere ciò che osserva, non è in grado di capire se l'oggetto fotografato sia il risultato o meno di una deformazione visiva determinata dall'apparecchiatura video o fotografica. Ovvio che immagini come queste, seppur spettacolarizzate, inficiano un fenomeno reale (quello ufologico) che già soffre da molti anni di scherni e derisioni. Immagini come queste ed affermazioni come quelle riferite dal giornale stesso, mettono in difficoltà la vera ricerca ufologica in tale campo.
Una serie di immagini simili
che non sono UFO
che non sono UFO
Non UFO
ma prove di messa a fuoco
su alcune stelle del cielo
ma prove di messa a fuoco
su alcune stelle del cielo
E' evidente come in alcuni casi i globi luminosi, spacciati per UFO sono invece degli oggetti astronomici come pianeti o stelle luminose del cielo, quanto segue è un'immagine realizzata con una prova di fessa a fuoco su alcune stelle del cielo.
Auto o escursionisti sulle montagne
I falsi casi di avvistamento UFO o di F.L.A. (Fenomeno Luminoso Anomalo) sovente descritti dagli "addetti ai lavori" e dagli "esperti", sono sempre dietro l'angolo, specie se non si conosce l'ambiente dove si va a fotografare. Sulle montagna spesso sono situate delle strade dove le auto passato, a km di distanza tali auto sembrano dei globi in movimento... come anche è possibile che qualche escursionista, dotato di particolari lampade di illuminazione, possano essere scambiati per fenomeni luminosi anomali, per UAP o UFO, oltre che per OVNI.
Lo studio costante, la sperimentazione su campo e la fotografia notturna aiuta a comprendere questi falsi, gettando in dubbio molti degli avvistamenti UFO realizzati da molte persone nel corso degli anni.
Il video sottostante mostra le riprese eseguite dal Dott. Daniele Cataldi, in direzione dei Monti Lepini, con un obiettivo a 200 mm di focale. Esso evidenzia come le auto di passaggio possano creare luci in movimento... il video è ovviamente accelerato, ma una normale persona può osservare tali luci quasi ferme sulla montagna... che ti tanto in tanto appaiono in altri punti... portando l'osservatore a credere che si tratti di luci anomale, quando luci anomale non sono affatto.
Lo studio costante, la sperimentazione su campo e la fotografia notturna aiuta a comprendere questi falsi, gettando in dubbio molti degli avvistamenti UFO realizzati da molte persone nel corso degli anni.
Il video sottostante mostra le riprese eseguite dal Dott. Daniele Cataldi, in direzione dei Monti Lepini, con un obiettivo a 200 mm di focale. Esso evidenzia come le auto di passaggio possano creare luci in movimento... il video è ovviamente accelerato, ma una normale persona può osservare tali luci quasi ferme sulla montagna... che ti tanto in tanto appaiono in altri punti... portando l'osservatore a credere che si tratti di luci anomale, quando luci anomale non sono affatto.
Di seguito alcuni fotogrammi del video, mostrano la presenza di globi di luce che altro non sono che auto di passaggio sui Monti Lepini.
Una parte di avvistamenti UFO anomali, sono riferibili proprio al passaggio di auto, o alla presenza di escursionisti sulle cime delle montagne e sulle loro pareti. Riprese effettuane il 2 Settembre 2023 dalla città di Lariano (RM), in Italia.
Letteratura sui raggi cosmici (C.R.) e sui muoni
raggi_comsici_e_sottoprodotti_di_particelle.pdf | |
File Size: | 268 kb |
File Type: |
rilevazione_dei_muoni.pdf | |
File Size: | 4261 kb |
File Type: |
radiation_tolerance_tests_of_cmos_active_pixel_sensors.pdf | |
File Size: | 152 kb |
File Type: |
cosmic_ray.pdf | |
File Size: | 240 kb |
File Type: |
cosmic_rays.pdf | |
File Size: | 480 kb |
File Type: |
cosmic_rays_and_other_nonsense_in_astronomomical_ccd_imagers.pdf | |
File Size: | 268 kb |
File Type: |
influence_of_terrestrial_cosmic_rays_on_ccd_image_sensors.pdf | |
File Size: | 300 kb |
File Type: |
OSSERVAZIONE DI OGGETTI SFUOCATI FORATI
Sovente alcuni appassionati dell'ufologia, credono di osservare oggetti discoidali caratterizzati dalla presenza di dischi luminosi con un foro al centro, come nei famosi video statunitensi della STS (missioni Shuttle), in cui si vedono oggetti di questi tipo:
In questo caso si tratta solo di particelle di polvere più o meno grandi lanciate nello spazio dopo l'apertura del modulo esterno dello Space Shuttle, per il posizionamento in orbita di un'apparecchiatura dotata di un lungo cavo (visibile nelle immagini).
Ovviamente c'è subito chi ha gridato all'UFO, e al fatto che tutti questi puntini luminosi che altro non sono che pulviscolo fuoriuscito dalla camera interna della navetta spaziale statunitense. Se ne possono osservare diverse decine, illuminate fortemente dalla luce solare in una ripresa effettuata quasi sicuramente con una CCTV camera monocromatica, sensibile allo spettro visibile, a parte dell'IR e dell'UV. Queste riprese mostrano ad esempio l'effetto della profondità di campo e il punto di messa a fuoco, al di la del quale ogni particella di polvere risulta sfuocata, generando dei dischi più o meno grandi, dischi che sono sempre perpendicolari all'osservatore e questo perché a determinare tale effetto è l'ottica della CCTV camera.
Non si tratta di UFO o dischi forati con al centro un sistema di worm-hole, come alcuni male-informati appassionati ipotizzano, ma di una normale sfuocatura i cui dettagli dipendono dall'ottica utilizzata dal tipo di diaframma presente sull'ottica stessa e dalla distanza delle particelle di polvere il cui alone illuminato viene ripreso dalla telecamera stessa.
In molti hanno inoltre affermato che visto che tali aloni circolari brillano, variando costantemente la loro luminosità, questo è sinonimo di una fenomeno energetico del disco volante. Niente di più sbagliato, dato che la variazione luminosa dipende proprio dal granello di polvere sfuocato il quale non ha una superficie sferica ma frastagliata e ruotando su se stesso rivolge al sole la sua superficie sconnessa la quale varia poi la tipologia di luce riflessa verso l'osservatore (CCTV camera).
A dimostrazione di ciò basta osservare una normale sfuocatura su un'immagine stellare effettuata con un normale telescopio catadriottico:
Ovviamente c'è subito chi ha gridato all'UFO, e al fatto che tutti questi puntini luminosi che altro non sono che pulviscolo fuoriuscito dalla camera interna della navetta spaziale statunitense. Se ne possono osservare diverse decine, illuminate fortemente dalla luce solare in una ripresa effettuata quasi sicuramente con una CCTV camera monocromatica, sensibile allo spettro visibile, a parte dell'IR e dell'UV. Queste riprese mostrano ad esempio l'effetto della profondità di campo e il punto di messa a fuoco, al di la del quale ogni particella di polvere risulta sfuocata, generando dei dischi più o meno grandi, dischi che sono sempre perpendicolari all'osservatore e questo perché a determinare tale effetto è l'ottica della CCTV camera.
Non si tratta di UFO o dischi forati con al centro un sistema di worm-hole, come alcuni male-informati appassionati ipotizzano, ma di una normale sfuocatura i cui dettagli dipendono dall'ottica utilizzata dal tipo di diaframma presente sull'ottica stessa e dalla distanza delle particelle di polvere il cui alone illuminato viene ripreso dalla telecamera stessa.
In molti hanno inoltre affermato che visto che tali aloni circolari brillano, variando costantemente la loro luminosità, questo è sinonimo di una fenomeno energetico del disco volante. Niente di più sbagliato, dato che la variazione luminosa dipende proprio dal granello di polvere sfuocato il quale non ha una superficie sferica ma frastagliata e ruotando su se stesso rivolge al sole la sua superficie sconnessa la quale varia poi la tipologia di luce riflessa verso l'osservatore (CCTV camera).
A dimostrazione di ciò basta osservare una normale sfuocatura su un'immagine stellare effettuata con un normale telescopio catadriottico:
E' palese notare come le immagini di piccole fonti luminose, se sfuocate possono generare il medesimo fenomeno, ma questo, dipende dalle caratteristiche delle apparecchiature video.
Collimazione del telescopio:
La collimazione di un telescopio è il processo di allineamento delle sue componenti ottiche per garantire che la luce proveniente dagli oggetti osservati si focalizzi correttamente, offrendo immagini nitide e ben definite. Questo è particolarmente importante per telescopi riflettori (come i telescopi Newtoniani e Cassegrain), ma può essere necessario anche per alcuni telescopi rifrattori, molto simili ad obiettivi fotografici alcuni dei quali possono ovviamente avere dei difetti di collimazione. In generale si tratta di immagini tipiche, determinate dalle componenti ottiche, e non di UFO.
Non UFO
ma prove di messa a fuoco
su alcune stelle del cielo
ma prove di messa a fuoco
su alcune stelle del cielo
Luci proiettate in cielo
In alcune occasioni diversi testimoni parlano di UFO quando osservano alcune luci o globi di luce volteggiare al di sotto del manto nuvoloso. Nella maggioranza dei casi non si tratta di UFO ma di illuminazione della base delle nuvole con fari alogeni o laser. In questa immagine si osservano i singoli punti luminosi proiettati in cielo dal basso con la rispettiva scia luminosa perfettamente perpendicolare al proiettore luminoso (fascio) che attraversa parte del manto nuvoloso (penetrandolo):
Altri esempi similari:
Le persone debbono iniziare a documentarsi per riuscire a capire ciò che vedono in cielo, l'unico strumento che abbiamo è il reperimento di informazioni di tipo tecnico-scientifico e analizzare i fatti con il buonsenso, cosa che purtroppo manca specie nella maggioranza delle persone e degli appassionati di ufologia, i quali sono ignoranti in materia.
Fenomeni Luminosi Ionosferici
NUBI NOTTILUCENTI: le nuvole più alte e più luminose del cielo:
Le nubi nottilucenti sono un fenomeno atmosferico che si manifesta come una serie di strisce, onde o filamenti di colore bianco-azzurro, che appaiono nel cielo durante le notti estive. Si tratta delle nuvole più alte e più luminose del cielo, che si formano a una quota di circa 80 km sopra la superficie terrestre, nella regione chiamata mesosfera. A questa altezza, la temperatura è molto bassa, intorno ai -130 °C, e l’aria è molto rarefatta. Le nubi nottilucenti sono composte da piccoli cristalli di ghiaccio, che si formano attorno a dei nuclei di polvere di origine meteorica o vulcanica. Questi cristalli riflettono la luce solare quando il Sole è al di sotto dell’orizzonte, creando un effetto luminoso che contrasta con il cielo scuro. Le nubi nottilucenti sono visibili solo in un periodo limitato dell’anno, tra maggio e agosto nell’emisfero nord e tra novembre e febbraio nell’emisfero sud. Inoltre, sono visibili solo in una fascia di latitudine compresa tra i 50° e i 70° nord o sud. Le nubi nottilucenti sono state osservate per la prima volta nel 1885, dopo l’eruzione del vulcano Krakatoa in Indonesia, che aveva immesso grandi quantità di polvere nell’atmosfera. Da allora, il numero e la frequenza di queste nuvole è aumentato, suggerendo una possibile correlazione con il cambiamento climatico. Infatti, alcune ipotesi sostengono che l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera possa raffreddare la mesosfera e favorire la formazione dei cristalli di ghiaccio. Altre ipotesi propongono che l’aumento delle emissioni di metano possa aumentare la quantità di vapore acqueo nella mesosfera e fornire più materia prima per le nubi nottilucenti. Per saperne di più sulle nubi nottilucenti, potete visitare la [pagina di Wikipedia], dove troverete informazioni generali, immagini e video. Se volete osservare questo fenomeno dal vivo, potete consultare il [sito web] o l’[app] di NLC Observer, un progetto che raccoglie le segnalazioni e le previsioni delle nubi nottilucenti in tutto il mondo. Forse, una notte d’estate, potrete ammirare anche voi le nuvole più alte e più luminose del cielo.
Le nubi nottilucenti sono un fenomeno atmosferico che si manifesta come una serie di strisce, onde o filamenti di colore bianco-azzurro, che appaiono nel cielo durante le notti estive. Si tratta delle nuvole più alte e più luminose del cielo, che si formano a una quota di circa 80 km sopra la superficie terrestre, nella regione chiamata mesosfera. A questa altezza, la temperatura è molto bassa, intorno ai -130 °C, e l’aria è molto rarefatta. Le nubi nottilucenti sono composte da piccoli cristalli di ghiaccio, che si formano attorno a dei nuclei di polvere di origine meteorica o vulcanica. Questi cristalli riflettono la luce solare quando il Sole è al di sotto dell’orizzonte, creando un effetto luminoso che contrasta con il cielo scuro. Le nubi nottilucenti sono visibili solo in un periodo limitato dell’anno, tra maggio e agosto nell’emisfero nord e tra novembre e febbraio nell’emisfero sud. Inoltre, sono visibili solo in una fascia di latitudine compresa tra i 50° e i 70° nord o sud. Le nubi nottilucenti sono state osservate per la prima volta nel 1885, dopo l’eruzione del vulcano Krakatoa in Indonesia, che aveva immesso grandi quantità di polvere nell’atmosfera. Da allora, il numero e la frequenza di queste nuvole è aumentato, suggerendo una possibile correlazione con il cambiamento climatico. Infatti, alcune ipotesi sostengono che l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera possa raffreddare la mesosfera e favorire la formazione dei cristalli di ghiaccio. Altre ipotesi propongono che l’aumento delle emissioni di metano possa aumentare la quantità di vapore acqueo nella mesosfera e fornire più materia prima per le nubi nottilucenti. Per saperne di più sulle nubi nottilucenti, potete visitare la [pagina di Wikipedia], dove troverete informazioni generali, immagini e video. Se volete osservare questo fenomeno dal vivo, potete consultare il [sito web] o l’[app] di NLC Observer, un progetto che raccoglie le segnalazioni e le previsioni delle nubi nottilucenti in tutto il mondo. Forse, una notte d’estate, potrete ammirare anche voi le nuvole più alte e più luminose del cielo.
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STEVE: il misterioso fenomeno luminoso che non è un’aurora:
Se pensate che le aurore boreali siano lo spettacolo luminoso più affascinante del cielo notturno, forse non avete mai sentito parlare di STEVE. Si tratta di un fenomeno che appare come una striscia viola o verde, talvolta accompagnata da dei punti verdi, che attraversa il cielo da est a ovest. A differenza delle aurore, che si formano quando le particelle cariche del vento solare interagiscono con il campo magnetico terrestre, STEVE non ha una spiegazione chiara e non segue le stesse regole. Il nome STEVE è stato coniato dagli appassionati di fotografia astronomica, che hanno iniziato a documentare questo fenomeno negli ultimi anni. Inizialmente era un acronimo per Strong Thermal Emission Velocity Enhancement, ma poi è stato adottato come un nome proprio dalla comunità scientifica. Il primo studio su STEVE è stato pubblicato nel 2018 da una squadra di ricercatori guidata dall’Università di Calgary. Essi hanno scoperto che STEVE non è un’aurora, ma un flusso di ioni e elettroni che si muove a una velocità superiore a quella del plasma circostante. Questo flusso genera una forte emissione termica, che si traduce in una luce visibile. Tuttavia, molti aspetti di STEVE rimangono ancora sconosciuti. Non si sa bene come si formi, perché appaia solo in alcune zone e in alcuni periodi dell’anno, e quali siano i meccanismi fisici che lo governano. Alcune ipotesi suggeriscono che STEVE sia legato alla corrente di Birkeland, un flusso di particelle cariche che collega la magnetosfera terrestre con l’atmosfera. Altre ipotesi propongono che STEVE sia il risultato di onde elettromagnetiche che si propagano lungo il campo magnetico terrestre. Per saperne di più su STEVE, gli scienziati stanno collaborando con i cittadini, che possono contribuire con le loro osservazioni e fotografie. Un progetto chiamato [Aurorasaurus] permette infatti di segnalare e condividere online le apparizioni di STEVE e di altri fenomeni luminosi. In questo modo, si può creare una mappa globale di questi eventi e studiarne le caratteristiche e le variazioni. Se anche voi volete partecipare a questa ricerca, potete visitare il [sito web] o scaricare l’[app] di Aurorasaurus. Forse, un giorno, potrete ammirare anche voi il misterioso e affascinante STEVE.
Se pensate che le aurore boreali siano lo spettacolo luminoso più affascinante del cielo notturno, forse non avete mai sentito parlare di STEVE. Si tratta di un fenomeno che appare come una striscia viola o verde, talvolta accompagnata da dei punti verdi, che attraversa il cielo da est a ovest. A differenza delle aurore, che si formano quando le particelle cariche del vento solare interagiscono con il campo magnetico terrestre, STEVE non ha una spiegazione chiara e non segue le stesse regole. Il nome STEVE è stato coniato dagli appassionati di fotografia astronomica, che hanno iniziato a documentare questo fenomeno negli ultimi anni. Inizialmente era un acronimo per Strong Thermal Emission Velocity Enhancement, ma poi è stato adottato come un nome proprio dalla comunità scientifica. Il primo studio su STEVE è stato pubblicato nel 2018 da una squadra di ricercatori guidata dall’Università di Calgary. Essi hanno scoperto che STEVE non è un’aurora, ma un flusso di ioni e elettroni che si muove a una velocità superiore a quella del plasma circostante. Questo flusso genera una forte emissione termica, che si traduce in una luce visibile. Tuttavia, molti aspetti di STEVE rimangono ancora sconosciuti. Non si sa bene come si formi, perché appaia solo in alcune zone e in alcuni periodi dell’anno, e quali siano i meccanismi fisici che lo governano. Alcune ipotesi suggeriscono che STEVE sia legato alla corrente di Birkeland, un flusso di particelle cariche che collega la magnetosfera terrestre con l’atmosfera. Altre ipotesi propongono che STEVE sia il risultato di onde elettromagnetiche che si propagano lungo il campo magnetico terrestre. Per saperne di più su STEVE, gli scienziati stanno collaborando con i cittadini, che possono contribuire con le loro osservazioni e fotografie. Un progetto chiamato [Aurorasaurus] permette infatti di segnalare e condividere online le apparizioni di STEVE e di altri fenomeni luminosi. In questo modo, si può creare una mappa globale di questi eventi e studiarne le caratteristiche e le variazioni. Se anche voi volete partecipare a questa ricerca, potete visitare il [sito web] o scaricare l’[app] di Aurorasaurus. Forse, un giorno, potrete ammirare anche voi il misterioso e affascinante STEVE.
steve_sta_spalmando__strisce__verdi_nel_cielo_e_nessuno_sa_perché___spazio.pdf | |
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incontra_steve_le_misteriose_luci_nel_cielo_scienziati_sconcertanti___npr.pdf | |
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il_misterioso_fenomeno_simile_allaurora__steve__appare_durante_la_tempesta_solare_più_forte_da_oltre_mezzo_decennio.pdf | |
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Fenomeni luminosi generati da razzi e propellente
LE SCIE LUMINOSE DEI RAZZI: come e perché si formano:
Quando un razzo viene lanciato in orbita, lascia dietro di sé una scia luminosa che può essere vista da terra. Si tratta di un fenomeno spettacolare, ma anche di un oggetto di studio per gli scienziati. Infatti, le scie luminose dei razzi possono fornire informazioni sulla struttura e la dinamica della ionosfera, la regione dell’atmosfera dove si formano le aurore e dove si propagano le onde radio. Ma come e perché si formano le scie luminose dei razzi? La risposta è legata all’effetto del propellente, ovvero il combustibile che alimenta il motore del razzo. Il propellente più usato è l’idrazina, una sostanza chimica composta da azoto e idrogeno. Quando l’idrazina viene bruciata, produce come prodotti di reazione acqua, ammoniaca e azoto molecolare. Questi gas vengono espulsi dal razzo ad alta velocità e ad alta temperatura, creando una scia visibile. La scia del razzo interagisce con la ionosfera, la regione dell’atmosfera compresa tra i 60 e i 1000 km di altezza, dove gli atomi e le molecole dell’aria sono ionizzati dalla radiazione solare. La ionosfera è divisa in diverse strati, chiamati D, E e F, in base al grado di ionizzazione e alla densità elettronica. La scia del razzo può attraversare uno o più strati della ionosfera, a seconda della sua traiettoria e della sua altitudine. Quando la scia del razzo entra nella ionosfera, si verifica un fenomeno chiamato barium release, ovvero il rilascio di bario. Il bario è un metallo alcalino-terroso che viene aggiunto al propellente per migliorarne le prestazioni. Il bario ha la proprietà di emettere luce quando viene eccitato dagli elettroni liberi presenti nella ionosfera. Il colore della luce dipende dal livello energetico degli elettroni e dalla pressione atmosferica. Il bario può emettere luce verde, blu, rossa o viola. Il bario non è l’unico elemento che contribuisce alla luminosità della scia del razzo. Anche l’ossigeno e l’azoto atmosferici possono emettere luce quando vengono eccitati dagli elettroni o dalle particelle solari. L’ossigeno può emettere luce verde o rossa, mentre l’azoto può emettere luce blu o viola. Inoltre, la scia del razzo può riflettere la luce solare quando il Sole è al di sotto dell’orizzonte, creando un effetto simile a quello delle nubi nottilucenti. Le scie luminose dei razzi sono quindi il risultato di una complessa interazione tra il propellente, la ionosfera e la radiazione solare. Queste interazioni possono modificare la struttura e la dinamica della ionosfera, creando delle perturbazioni che possono influenzare le comunicazioni radio, i sistemi di navigazione satellitare e le osservazioni astronomiche. Per questo motivo, gli scienziati studiano le scie luminose dei razzi con vari strumenti, come radar, satelliti, telescopi e fotocamere. In questo modo, si può capire meglio il comportamento della ionosfera e prevedere i suoi effetti. Spero che questo articolo ti sia piaciuto. Se vuoi saperne di più sulle scie luminose dei razzi, puoi visitare la [pagina di Wikipedia], dove troverai informazioni generali, immagini e video. Se hai altre domande, sarò felice di cercare di risponderti.
Quando un razzo viene lanciato in orbita, lascia dietro di sé una scia luminosa che può essere vista da terra. Si tratta di un fenomeno spettacolare, ma anche di un oggetto di studio per gli scienziati. Infatti, le scie luminose dei razzi possono fornire informazioni sulla struttura e la dinamica della ionosfera, la regione dell’atmosfera dove si formano le aurore e dove si propagano le onde radio. Ma come e perché si formano le scie luminose dei razzi? La risposta è legata all’effetto del propellente, ovvero il combustibile che alimenta il motore del razzo. Il propellente più usato è l’idrazina, una sostanza chimica composta da azoto e idrogeno. Quando l’idrazina viene bruciata, produce come prodotti di reazione acqua, ammoniaca e azoto molecolare. Questi gas vengono espulsi dal razzo ad alta velocità e ad alta temperatura, creando una scia visibile. La scia del razzo interagisce con la ionosfera, la regione dell’atmosfera compresa tra i 60 e i 1000 km di altezza, dove gli atomi e le molecole dell’aria sono ionizzati dalla radiazione solare. La ionosfera è divisa in diverse strati, chiamati D, E e F, in base al grado di ionizzazione e alla densità elettronica. La scia del razzo può attraversare uno o più strati della ionosfera, a seconda della sua traiettoria e della sua altitudine. Quando la scia del razzo entra nella ionosfera, si verifica un fenomeno chiamato barium release, ovvero il rilascio di bario. Il bario è un metallo alcalino-terroso che viene aggiunto al propellente per migliorarne le prestazioni. Il bario ha la proprietà di emettere luce quando viene eccitato dagli elettroni liberi presenti nella ionosfera. Il colore della luce dipende dal livello energetico degli elettroni e dalla pressione atmosferica. Il bario può emettere luce verde, blu, rossa o viola. Il bario non è l’unico elemento che contribuisce alla luminosità della scia del razzo. Anche l’ossigeno e l’azoto atmosferici possono emettere luce quando vengono eccitati dagli elettroni o dalle particelle solari. L’ossigeno può emettere luce verde o rossa, mentre l’azoto può emettere luce blu o viola. Inoltre, la scia del razzo può riflettere la luce solare quando il Sole è al di sotto dell’orizzonte, creando un effetto simile a quello delle nubi nottilucenti. Le scie luminose dei razzi sono quindi il risultato di una complessa interazione tra il propellente, la ionosfera e la radiazione solare. Queste interazioni possono modificare la struttura e la dinamica della ionosfera, creando delle perturbazioni che possono influenzare le comunicazioni radio, i sistemi di navigazione satellitare e le osservazioni astronomiche. Per questo motivo, gli scienziati studiano le scie luminose dei razzi con vari strumenti, come radar, satelliti, telescopi e fotocamere. In questo modo, si può capire meglio il comportamento della ionosfera e prevedere i suoi effetti. Spero che questo articolo ti sia piaciuto. Se vuoi saperne di più sulle scie luminose dei razzi, puoi visitare la [pagina di Wikipedia], dove troverai informazioni generali, immagini e video. Se hai altre domande, sarò felice di cercare di risponderti.
Russia (2017) - Vettore Spaziale nella Ionosfera:
la_nasa_illumina_i_cieli_con_un_nuovo_esperimento_lanciato_dal_razzo_sonda_black_brant_xii_-_astrospace.it.pdf | |
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la_nasa_lancia_due_razzi_sonda_per_studiare_i_venti_aurorali__missione_azure___sci.news.pdf | |
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inquietante_fioritura_di_luce_è_lasciata_dal_lancio_del_razzo_spacex_sullatlantico___daily_mail_online.pdf | |
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razzo_sonda_per_osservare_le_correnti_nellatmosfera.pdf | |
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fotografo_cattura_un_razzo_spacex_che_fa_un_buco_nellatmosfera___petapixel.pdf | |
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Fenomeni luminosi di origine antropica
those_weird_green_space_lights_over_hawaii_didnt_come_from_nasa.pdf | |
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Flares generati dai satelliti in orbita
INSETTI CREDUTI FATE
Alcune osservazioni, documentate, suggeriscono la presenza di vari insetti che, per via delle loro caratteristiche fisiche come ali grandi e corpi sottili, possono essere scambiati per figure fiabesche come le fate, soprattutto quando sono ripresi in movimento nei loro habitat naturali come i boschi.
Tra questi insetti, molti appartengono alla famiglia dei Tipulidae e dei Psychodidae, comunemente conosciuti rispettivamente come zanzare degli orti (o zanzare giganti) e farfalline dei bagni o moscerini della frutta. Di seguito, troverai una descrizione dettagliata di alcuni di questi insetti che potrebbero corrispondere alla descrizione fornita:
- Tipulidae (Zanzare degli orti): Nonostante il nome comune, non sono zanzare vere e proprie e non pungono gli esseri umani. Questi insetti hanno un corpo snello e lungo, con zampe molto lunghe e ali che possono apparire grandi rispetto al corpo. Sono frequentemente osservati nei giardini, vicino agli orti o in zone umide. La loro danza aerea, specialmente al tramonto, può dare un'impressione eterea.
- Psychodidae (Farfalline dei bagni o Moscerini della frutta): Questi piccoli insetti hanno ali pelose che, quando ripiegati, danno loro un aspetto simile a piccole farfalle o fate. Sono comunemente trovati in ambienti umidi come bagni o cucine, ma possono anche essere visti in ambienti esterni umidi.
- Chrysopidae (Neurotteri, o mosche verdi): Alcuni membri di questa famiglia sono conosciuti per la loro colorazione brillante e ali traslucide che, in una certa luce, possono sembrare magiche. Sono predatori benefici nel controllo degli afidi e di altri insetti dannosi.
- Panorpa (Mosche scorpione): Anche se non si adattano perfettamente alla descrizione di "ali grandi", le mosche scorpione hanno una caratteristica coda simile a uno scorpione (nei maschi) che potrebbe attirare l'attenzione. Hanno corpi snelli e ali che possono essere tenute in modo particolare quando sono in riposo.
In generale ecco un elenco di tali insetti:
Questi insetti, con le loro caratteristiche uniche, possono facilmente alimentare la fantasia e portare alla creazione di storie e leggende, soprattutto in ambientazioni naturali dove la luce e l'ombra giocano tra le foglie, creando effetti visivi sorprendenti. La percezione di questi insetti come "fate" nei video può essere amplificata da angolazioni e qualità dell'immagine che ne esaltano la delicatezza e la grazia dei movimenti.
In alcune occasioni tali insetti possono sembrare orb in movimento, specie quando vengono fotografati con il flash attivato su cellulari o fotocamere. Date le loro piccole dimensioni e caratteristiche dei loro pigmenti, sono spesso poco visibili, se non illuminati, potendo apparire sulle foto dopo lo scatto.
- Tipulidae
- Zanzare dei prati o Tipule
- Empididae
- Mosche danzanti
- Chironomidae
- Zanzare non pungenti
- Mycetophilidae
- Mosche dei funghi
- Trichoceridae
- Mosche d'inverno
- Dolichopodidae
- Mosche dai piedi lunghi
- Cerambycidae
- Cerambicidi o Longicorni
- Aeshnidae (esclusi dall'ultima richiesta)
- Libellule
- Ephemeroptera
- Effimere
- Trichoptera
- Tricotteri
- Lampyridae
- Lucciole o Lampi di luce
- Formicidae
- Formiche (durante i voli nuziali)
- Isoptera
- Termiti (durante i voli nuziali)
- Apidae (alcune specie)
- Api (durante i voli nuziali)
Questi insetti, con le loro caratteristiche uniche, possono facilmente alimentare la fantasia e portare alla creazione di storie e leggende, soprattutto in ambientazioni naturali dove la luce e l'ombra giocano tra le foglie, creando effetti visivi sorprendenti. La percezione di questi insetti come "fate" nei video può essere amplificata da angolazioni e qualità dell'immagine che ne esaltano la delicatezza e la grazia dei movimenti.
In alcune occasioni tali insetti possono sembrare orb in movimento, specie quando vengono fotografati con il flash attivato su cellulari o fotocamere. Date le loro piccole dimensioni e caratteristiche dei loro pigmenti, sono spesso poco visibili, se non illuminati, potendo apparire sulle foto dopo lo scatto.
Effetto Blooming
Il fenomeno delle "code di luce" che si vedono sui sensori CMOS in presenza di forti fonti luminose è chiamato "blooming" o "saturazione verticale." Questo accade quando un'area del sensore riceve un'intensa esposizione luminosa, come quella causata da un fulmine, e l'eccesso di carica elettrica si diffonde verticalmente lungo la colonna di pixel, creando delle strisce luminose visibili nella direzione verticale dell'immagine. È un effetto che si verifica quando la carica in un pixel del sensore CMOS supera la capacità del pixel stesso, causando una fuoriuscita di carica che si diffonde ai pixel adiacenti. Questo provoca delle code o una striscia di luce che può essere osservata nelle immagini catturate in presenza di sorgenti luminose molto intense, come nelle immagini stellari (sensori CMOS o anche CCD in astrofotografia). In alcuni casi, quando i pixel di una coda vengono saturati, l'eccesso di carica non ha un modo di disperdersi correttamente, risultando in linee verticali luminose lungo tutta la colonna del sensore.
Effetto Rolling Shutter + Fulmini - sensori CMOS
L'effetto "Rolling Shutter" in presenza di fulmini è un fenomeno che può distorcere le immagini o i video catturati da sensori CMOS durante l'acquisizione di scene con luci molto intense e rapide, come i fulmini. Questo effetto si verifica a causa del modo in cui i sensori CMOS leggono l'immagine: riga per riga, anziché acquisire l'intero fotogramma simultaneamente. I sensori CMOS utilizzano una modalità di lettura "rolling", il che significa che ogni riga del sensore viene letta in sequenza. Quando un fulmine si verifica, l'illuminazione intensa e improvvisa può causare distorsioni perché le righe vengono esposte in momenti leggermente diversi. In presenza di un fulmine, l'effetto Rolling Shutter può manifestarsi come:
- Strisce Diagonali: Se il fulmine si muove attraverso il campo visivo durante l'acquisizione dell'immagine, può apparire come una striscia diagonale invece che verticale.
- Colonne di Luce: Se la durata del flash del fulmine è breve rispetto al tempo di lettura del sensore, possono comparire colonne di luce nell'immagine.
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Errate Identificazioni di luci e riflessi oltre che lense flares
Luci del lampadario riflesse sul vetro della finestra:
Il fenomeno dei lens flare e dei riflessi del disco solare scambiati per UFO è una delle cause più comuni di avvistamenti di oggetti non identificati nei cieli. Questi fenomeni ottici, spesso impressionanti e facilmente fraintendibili, sono ben compresi in ambito fotografico e cinematografico. Di seguito, una descrizione dettagliata di come si creano questi effetti.
Faretti di illuminazione riflessi sul vetro di una finestra:
Il lens flare è un fenomeno ottico che si verifica quando la luce intensa, come quella del sole, entra direttamente nell'obiettivo di una fotocamera e viene rifratta o riflessa dalle superfici interne delle lenti. Questo fenomeno può manifestarsi sotto forma di cerchi luminosi, aloni, linee o altri artefatti visibili nell'immagine finale.
Come si crea il lens flare:
Come si crea il lens flare:
- Ingresso della luce nell'obiettivo: La luce intensa, come quella proveniente dal sole, entra nell'obiettivo della fotocamera.
- Riflessione e rifrazione: La luce viene riflessa e rifratta dalle varie superfici delle lenti all'interno dell'obiettivo. Questo avviene perché gli obiettivi delle fotocamere sono composti da più lenti (elementi ottici) progettate per focalizzare l'immagine sul sensore.
- Creazione degli artefatti: La riflessione e la rifrazione creano artefatti luminosi, come cerchi o linee, che appaiono sull'immagine finale.
Riflesso del disco solare:
I riflessi del disco solare, noti anche come ghost images, sono un altro fenomeno ottico spesso scambiato per UFO. Questi riflessi si verificano quando la luce solare viene riflessa all'interno dell'obiettivo della fotocamera, creando un'immagine spostata del sole.
Come si creano i riflessi del disco solare:
Come si creano i riflessi del disco solare:
- Luce solare intensa: La luce del sole entra nell'obiettivo della fotocamera.
- Riflessione interna: La luce viene riflessa da una superficie interna dell'obiettivo, come una lente o un filtro.
- Immagine fantasma: Questa riflessione crea una seconda immagine del sole, che appare in un punto diverso nell'inquadratura, spesso con una minore intensità luminosa.
Altri esempi di Lense Flares:
Entrambi questi fenomeni possono facilmente essere scambiati per avvistamenti di UFO, specialmente quando vengono catturati in immagini o video senza un'adeguata comprensione del contesto fotografico.
- Aspetto strano: Gli artefatti di lens flare e i riflessi solari possono assumere forme e colori strani, non riconducibili immediatamente a fonti di luce note.
- Movimenti apparenti: In video, i lens flare e i riflessi possono sembrare muoversi in modo irregolare rispetto al movimento della fotocamera, creando l'illusione di oggetti volanti.
- Mancanza di contesto: Spesso, chi osserva le immagini o i video non ha conoscenze sufficienti di ottica fotografica per interpretare correttamente questi artefatti.
- Utilizzo di paraluce: Un paraluce montato sull'obiettivo può ridurre significativamente la probabilità di lens flare, bloccando la luce diretta.
- Controllo dell'angolazione: Cambiare l'angolazione della fotocamera rispetto alla fonte di luce può ridurre o eliminare i riflessi interni.
- Analisi delle immagini: Un'analisi attenta delle immagini, cercando schemi e caratteristiche tipiche dei lens flare e dei riflessi, può aiutare a identificarli correttamente.
Uccelli, Insetti e Volatili
Volatili ed insetti fuori fuoco, che possono apparire per qualcuno come fenomeni ufologici.
L'osservazione di insetti, uccelli e volatili può facilmente dar luogo a interpretazioni errate, portando alcune persone a credere di aver avvistato UFO. Questo fenomeno si verifica per una serie di ragioni legate alla fisiologia e al comportamento di questi animali, nonché alle condizioni in cui vengono osservati.
Caratteristiche degli Insetti: Gli insetti, specialmente quelli di dimensioni maggiori come le libellule, possono essere facilmente scambiati per oggetti volanti non identificati (UFO). Quando vengono osservati da una certa distanza, la loro velocità e i loro movimenti bruschi possono confondere l'osservatore. Inoltre, la luce riflessa dalle ali traslucide può creare effetti visivi che rendono difficile identificare chiaramente l'insetto. La rapidità del battito delle ali può dare l'impressione di un oggetto sfuggente e misterioso.
Caratteristiche degli Uccelli: Gli uccelli, soprattutto quelli migratori o rapaci, sono spesso scambiati per UFO. La forma affusolata del corpo, unita all'ampia apertura alare, può ricordare la sagoma di un disco volante, specialmente quando l'osservazione avviene contro il sole o in condizioni di scarsa visibilità. Alcuni uccelli, come i falchi o le aquile, possono raggiungere grandi altezze e compiere manovre aeree impressionanti, aumentando la possibilità di male interpretazioni. Inoltre, il riflesso della luce sulle piume, soprattutto di specie con colori metallici o iridescenti, può generare bagliori simili a quelli riportati negli avvistamenti di UFO.
Fenomeni Ottici e Condizioni di Osservazione: La percezione errata è spesso accentuata da fenomeni ottici e condizioni atmosferiche particolari. Ad esempio, il fenomeno della rifrazione della luce può alterare la percezione delle dimensioni e della velocità degli oggetti. La presenza di nuvole, foschia o luce crepuscolare può distorcere ulteriormente la visione. L'osservazione attraverso vetri o altre superfici trasparenti, come i finestrini degli aerei, può causare riflessi e doppie immagini che complicano ulteriormente l'identificazione corretta.
Psicologia della Percezione: La predisposizione mentale e le aspettative dell'osservatore giocano un ruolo cruciale nell'identificazione degli oggetti volanti. Le persone che credono fermamente negli UFO sono più inclini a interpretare qualsiasi oggetto volante non immediatamente riconoscibile come un disco volante. Questo fenomeno è noto come bias di conferma, dove l'individuo tende a vedere ciò che si aspetta o desidera vedere. Inoltre, la memoria umana è notoriamente inaffidabile e soggetta a ricostruzioni in base alle emozioni e alle esperienze precedenti.
Caratteristiche degli Uccelli: Gli uccelli, soprattutto quelli migratori o rapaci, sono spesso scambiati per UFO. La forma affusolata del corpo, unita all'ampia apertura alare, può ricordare la sagoma di un disco volante, specialmente quando l'osservazione avviene contro il sole o in condizioni di scarsa visibilità. Alcuni uccelli, come i falchi o le aquile, possono raggiungere grandi altezze e compiere manovre aeree impressionanti, aumentando la possibilità di male interpretazioni. Inoltre, il riflesso della luce sulle piume, soprattutto di specie con colori metallici o iridescenti, può generare bagliori simili a quelli riportati negli avvistamenti di UFO.
Fenomeni Ottici e Condizioni di Osservazione: La percezione errata è spesso accentuata da fenomeni ottici e condizioni atmosferiche particolari. Ad esempio, il fenomeno della rifrazione della luce può alterare la percezione delle dimensioni e della velocità degli oggetti. La presenza di nuvole, foschia o luce crepuscolare può distorcere ulteriormente la visione. L'osservazione attraverso vetri o altre superfici trasparenti, come i finestrini degli aerei, può causare riflessi e doppie immagini che complicano ulteriormente l'identificazione corretta.
Psicologia della Percezione: La predisposizione mentale e le aspettative dell'osservatore giocano un ruolo cruciale nell'identificazione degli oggetti volanti. Le persone che credono fermamente negli UFO sono più inclini a interpretare qualsiasi oggetto volante non immediatamente riconoscibile come un disco volante. Questo fenomeno è noto come bias di conferma, dove l'individuo tende a vedere ciò che si aspetta o desidera vedere. Inoltre, la memoria umana è notoriamente inaffidabile e soggetta a ricostruzioni in base alle emozioni e alle esperienze precedenti.
Concetto di Profondità di Campo in fotografia
Il concetto di Profondità di campo è basilare per capire come un insetto possa apparire fuori fuoco rispetto al campo inquadrato, e simile ad una macchia all'interno della foto, più o meno sfumata a causa della sua sfuocatura, in relazione anche alla distanza dal punto di "messa a fuoco".
La profondità di campo è un concetto fondamentale in fotografia e cinematografia, che si riferisce all'area della scena che appare nitida nell'immagine. Comprendere e controllare la profondità di campo è essenziale per i fotografi e i videografi, poiché influisce direttamente sull'estetica e sull'enfasi visiva delle loro opere. Vediamo più in dettaglio cosa significa e come si può gestire.
Definizione di Profondità di Campo: La profondità di campo (DOF, Depth of Field) è la distanza tra gli oggetti più vicini e quelli più lontani che risultano accettabilmente nitidi in una fotografia. In altre parole, è l'intervallo di distanza in cui gli oggetti appaiono a fuoco. La profondità di campo è influenzata da diversi fattori: l'apertura del diaframma, la lunghezza focale dell'obiettivo e la distanza dal soggetto.
Definizione di Profondità di Campo: La profondità di campo (DOF, Depth of Field) è la distanza tra gli oggetti più vicini e quelli più lontani che risultano accettabilmente nitidi in una fotografia. In altre parole, è l'intervallo di distanza in cui gli oggetti appaiono a fuoco. La profondità di campo è influenzata da diversi fattori: l'apertura del diaframma, la lunghezza focale dell'obiettivo e la distanza dal soggetto.
Fattori che Influenzano la Profondità di Campo:
- Apertura del Diaframma (f-stop):
- Apertura Ampia (basso numero f, es. f/2.8): Una grande apertura riduce la profondità di campo, rendendo solo una piccola porzione della scena nitida mentre il resto risulta sfocato. Questo effetto è spesso utilizzato nei ritratti per isolare il soggetto dallo sfondo.
- Apertura Stretta (alto numero f, es. f/16): Una piccola apertura aumenta la profondità di campo, facendo sì che una porzione maggiore della scena sia nitida. Questo è utile in fotografia paesaggistica dove si desidera che tutti gli elementi, dal primo piano allo sfondo, siano a fuoco.
- Lunghezza Focale dell'Obiettivo:
- Teleobiettivi (lunghe focali, es. 200mm): Gli obiettivi con lunghe focali tendono a ridurre la profondità di campo, anche con aperture più strette.
- Grandangolari (corte focali, es. 24mm): Gli obiettivi con corte focali tendono ad avere una maggiore profondità di campo, rendendo più facile ottenere immagini dove tutto è a fuoco.
- Distanza dal Soggetto:
- Soggetti Vicini: Fotografando da vicino, la profondità di campo è ridotta, il che significa che solo una piccola parte della scena sarà nitida.
- Soggetti Lontani: Fotografando da lontano, la profondità di campo aumenta, permettendo a una porzione maggiore della scena di apparire nitida.
- Isolamento del Soggetto: Riducendo la profondità di campo, è possibile mettere in risalto un soggetto, come in un ritratto, sfocando lo sfondo per evitare distrazioni.
- Dettagli di Primo Piano: In macrofotografia, una profondità di campo ridotta è necessaria per mettere a fuoco dettagli minuti.
- Paesaggi Nitidi: In fotografia paesaggistica, una grande profondità di campo è desiderabile per mantenere nitidi sia il primo piano che lo sfondo.
- Apertura: Modificare l'apertura del diaframma è il metodo più diretto per controllare la profondità di campo.
- Distanza di Messa a Fuoco: Cambiare la distanza di messa a fuoco può aiutare a regolare la profondità di campo in modo efficace.
- Obiettivi: Utilizzare obiettivi specifici per ottenere l'effetto desiderato, come obiettivi macro per una profondità di campo ridotta o grandangolari per una maggiore profondità.
- Software: In post-produzione, software di editing come Adobe Photoshop possono simulare la profondità di campo, permettendo ulteriori aggiustamenti.
Nibiru - Planet X - Nessuno dei due, solo riflessi del disco solare
ripreso attraverso i vetri delle finestre
Una serie di scatti eseguiti dal Dott. Daniele Cataldi, attraverso i vetri di una finestra (vetri doppi), durante il tramonto. Il disco solare doppio che si vede al di sotto di quello vero è il riflesso determinato dai vetri della finestra, in questo caso due vetri. Il riflesso in questo caso è stabile, variando la posizione della telecamera non si muove e da l'impressione che possa trattarsi effettivamente di un oggetto reale, ma come si sa questo non è possibile. Questo avviene perché i vetri della finestra riflettono al loro interno l'immagine del Sole.
Non dunque immagini reali di pianeti vari o di doppi o tripli Soli, ma un semplice riflesso del disco solare, che mette in crisi chi non ha una cultura sufficiente a comprendere di cosa si tratta realmente.
Nota sul Copyright: i file che vedete sopra sono scaricabili gratuitamente dal web e conservano, quando speficificato dai rispettivi autori direttamente all'interno dei documenti, propri diritti d'autore. La pubblicazione di questi documenti sul sito dell'LTPA Observer Project è per uso prettamente scientifico, tecnico e didattico.