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LTPA - Dati Statistici
Statistical Data
La ricerca mondiale sugli L.T.P.A.
I dati ottenuti attraverso il VISUAL Project, per alcuni aspetti, non hanno precedenti né in Italia né all’estero per il semplice fatto che nel nostro Paese non esistono molti gruppi che si occupano di monitorare lo spazio aereo alla ricerca di anomalie luminose.
Gruppi di ricerca italiani:
Gruppi di ricerca all’estero:
A parte l’LTPA Observer project, alcuni dei citati gruppi risultano essere inattivi o attivi solo occasionalmente. È facile intuire, quindi, che la ricerca nel campo degli L.T.P.A. non ha mai goduto di ampio interesse da parte delle autorità competenti. Purtroppo, questo tipo di ricerca è completamente affidata a gruppi di ricerca indipendenti che non hanno nessun sostegno economico accademico, locale, regionale o statale e potete capire quanto sia difficile, per un privato cittadino, acquistare strumentazioni sofisticate come termo-camere, spettrometri o intensificatori luminosi di alta qualità, etc., per aggiornare periodicamente la propria stazione di monitoraggio. Ma questa non è una novità… L’Italia è agli ultimi posti, tra i Paesi dell’Unione Europea, per i finanziamenti destinati alla ricerca, e sembra che il problema non sia solo italiano. Lo stesso Progetto Hessdalen è fermo per mancanza di fondi dal 1984...
Per quanto riguarda i dati ottenuti, a parte il Progetto Hessdalen, che riuscì a rilevare un totale di 53 anomalie in 36 giorni di osservazioni (una media di 1,47 anomalie al giorno), gli altri gruppi di ricerca internazionali non producono sufficienti dati per poter permettere di compiere uno studio scientifico oggettivo sugli L.T.P.A. Il “Marfa Lights Research” (Texas), ad esempio, dal 2005 al 2008 ha prodotto solo 7 filmati video a bassissima risoluzione e 29 foto (1,4 filmati e 7,25 foto l’anno). Il “The Willard J. Vogel Study” (Washington), in uno studio condotto tra il 1972 ed il 1977, ha fatto riferimento a soli 82 report di anomalie luminose; una media di 13,6 anomalie rilevate in un anno (0,037 al giorno). L’“Orbwatch” (Ontario, Canada), attivo dal 22 Marzo 1997 al 4 Luglio 1998, non ha realizzato alcuno studio statistico relativo ai dati acquisiti durante le osservazioni. Ci è stato possibile, capire, seppur sommariamente, che dal 12 Marzo 1998 al 4 Luglio 1998 (in ben 104 giorni) l’Orbwatch ha rilevato circa 58 anomalie (una media di 0,55 al giorno). Stando a questi dati le conclusioni sono molto deludenti, almeno per quanto riguarda la ricerca sugli LTPA all’estero.
Gruppi di ricerca italiani:
- 45° G.R.U. (attualmente attivo)
- CROSS Project (Inattivo)
- LTPA Observer Project (attualmente attivo)
- Progetto M.A.L.D.A. (attualmente attivo)
- Sassalbo Project (Inattivo)
- SOSO (attualmente attivo)
Gruppi di ricerca all’estero:
- Marfa Lights Research, Texas (attivo dal 2005, le ultime pubblicazioni sono del 2008)
- Project Hessdalen, Norvegia (fu attivo tra il 21 Gennaio 1984 e il 26 Febbraio 1984)
- The Willard J. Vogel Study, Washington (gli ultimi studi sono del 1977)
- Orbwatch, Ontario, Canada (attivo tra il 22 Marzo 1997 e il 4 Luglio 1998)
A parte l’LTPA Observer project, alcuni dei citati gruppi risultano essere inattivi o attivi solo occasionalmente. È facile intuire, quindi, che la ricerca nel campo degli L.T.P.A. non ha mai goduto di ampio interesse da parte delle autorità competenti. Purtroppo, questo tipo di ricerca è completamente affidata a gruppi di ricerca indipendenti che non hanno nessun sostegno economico accademico, locale, regionale o statale e potete capire quanto sia difficile, per un privato cittadino, acquistare strumentazioni sofisticate come termo-camere, spettrometri o intensificatori luminosi di alta qualità, etc., per aggiornare periodicamente la propria stazione di monitoraggio. Ma questa non è una novità… L’Italia è agli ultimi posti, tra i Paesi dell’Unione Europea, per i finanziamenti destinati alla ricerca, e sembra che il problema non sia solo italiano. Lo stesso Progetto Hessdalen è fermo per mancanza di fondi dal 1984...
Per quanto riguarda i dati ottenuti, a parte il Progetto Hessdalen, che riuscì a rilevare un totale di 53 anomalie in 36 giorni di osservazioni (una media di 1,47 anomalie al giorno), gli altri gruppi di ricerca internazionali non producono sufficienti dati per poter permettere di compiere uno studio scientifico oggettivo sugli L.T.P.A. Il “Marfa Lights Research” (Texas), ad esempio, dal 2005 al 2008 ha prodotto solo 7 filmati video a bassissima risoluzione e 29 foto (1,4 filmati e 7,25 foto l’anno). Il “The Willard J. Vogel Study” (Washington), in uno studio condotto tra il 1972 ed il 1977, ha fatto riferimento a soli 82 report di anomalie luminose; una media di 13,6 anomalie rilevate in un anno (0,037 al giorno). L’“Orbwatch” (Ontario, Canada), attivo dal 22 Marzo 1997 al 4 Luglio 1998, non ha realizzato alcuno studio statistico relativo ai dati acquisiti durante le osservazioni. Ci è stato possibile, capire, seppur sommariamente, che dal 12 Marzo 1998 al 4 Luglio 1998 (in ben 104 giorni) l’Orbwatch ha rilevato circa 58 anomalie (una media di 0,55 al giorno). Stando a questi dati le conclusioni sono molto deludenti, almeno per quanto riguarda la ricerca sugli LTPA all’estero.
Progetto Hessdalen, Marfa Lights Reserach, The Willard J. Volgel Study, Orbwatch, 45°GRU: dati precedenti al 2010. VISUAL Project: dati del 2010.
Statistiche preliminari sui fenomeni L.T.P.A.
(uno studio condotto sulle osservazioni del 2009)
LTPA Observer Project
I dati presi in considerazione per realizzare il seguente studio statistico (preliminare) sono stati acquisiti tra il mese di Aprile 2009 ed Agosto 2009 e fanno riferimento a 60 anomalie luminose rilevate in luce N.I.R.
Tipo di anomalie osservate
rispetto alla direzione di osservazione
Tipi di anomalie osservate rispetto alla declinazione
in gradi (°)
Tipi di anomalie osservate rispetto ai mesi dell'anno
Tipologie Osservate
Dati Prelilimari delle osservazioni e loro studio
I dati presi in considerazione per realizzare il seguente studio statistico (preliminare) sono stati acquisiti tra il mese di Aprile 2009 ed Agosto 2009 e fanno riferimento a 60 anomalie luminose rilevate in luce N.I.R.
L’oggetto della statistica è rappresentato da sei tipologie di anomalie osservate (su un totale di dieci):
· L.T.S.O. (5 casi) 8,3%;
· N.L. stazionarie (25 casi) 41,6%;
· T.L.S. (5 casi) 8,3%;
· N.A.T. (15 casi) 25%;
· Mega N.A.T. (2 casi) 3,3%;
· N.A.C.T. (8 casi) 13,3%
poiché si tratta degli unici dati dai quali è possibile ottenere risultati di un certo interesse. La tipologia di anomalie osservate con più frequenza sono, in ordine: N.L. Stazionarie; N.A.T.; N.A.C.T.; L.T.S.O. e T.L.S. a pari merito, Mega N.A.T. Volendo unire i casi di probabile origine satellitare (L.T.S.O. e T.L.S.) osserviamo che questi raggiungono quota 10, andando a collocarsi statisticamente tra i N.A.C.T. e i N.A.T., divenendo cioè la terza fenomenologia più osservata.
Il numero massimo di casi osservati si ha comunque in corrispondenza del mese di Luglio (23 casi), per poi diminuire attorno ai mesi di Giugno, Maggio, Agosto ed infine Aprile. Non sappiamo il motivo per cui le fenomenologie LTPA assumono questo tipo di andamento mensile, ma la prima cosa che ci viene in mente è che potrebbero essere influenzate (forse solo in parte o forse totalmente) da modificazioni elettriche o fisiche dell’atmosfera: in parole povere potremmo trovarci di fronte a dei fenomeni naturali sconosciuti.
Gli studi statistici del C.I.S.U. fanno emergere un aumento dei casi di U.F.O. proprio in corrispondenza dei mesi estivi con particolare riferimento al mese di Agosto. Per quanto riguarda invece le nostre osservazioni, in Agosto si registrano un numero di anomalie inferiori rispetto ai mesi di Maggio, Giugno e Luglio; insomma una chiara inversione di tendenza per il mese di Agosto rispetto ai dati che sino ad ora avevamo in possesso. Il motivo è ricondotto alla tipologia di oggetti osservati o alle tecnologie di osservazione utilizzate dal nostro gruppo di ricerca. Infatti la stragrande maggioranza degli avvistamenti U.F.O. vengono realizzati attraverso contatti visivi mentre solo una piccolissima parte attraverso osservazioni strumentali e, tra queste, solo alcuni avvistamenti sono stati realizzati attraverso visori notturni o telecamere sensibili all’ Infrarosso Prossimo (NIR). Da questo punto di vista l’“LTPA Observer Project” ha prodotto una serie di dati statistici unici nel loro genere poiché derivanti dall’utilizzo di tecnologie che sino a pochi anni fa’ non erano disponibili da un punto di vista commerciale.
Per quanto riguarda invece la distribuzione oraria degli avvistamenti anche qui troviamo delle interessanti novità. Stando alla casistica italiana degli avvistamenti U.F.O., il maggiore numero di avvistamenti si ha tra le 21:00 e le 24:00 e poi, con un numero di casi poco inferiore, tra le 19:00 e le 21:00. Le nostre osservazioni confermano questi dati anche se il campione preso in considerazione dal nostro studio fa riferimento ad anomalie rilevate in luce N.I.R: tra le 19:00 e le 21:00 si osservano solo il 5% delle anomalie luminose, mentre il massimo (41%) si ha tra le 21:00 e le 24:00 (confermiamo i dati nazionali). Tra le 24:00 e le 06:00 si osserva il 54% delle anomalie (27% tra le 24:00 e le 03:00; 27% tra le 03:00 e le 06:00).
La direzione di osservazione dove è possibile rilevare il maggior numero di anomalie luminose sembra essere Est, poi Sud-Est, Sud-Sud-Est, Sud-Ovest, Sud e Nord-Est. Si tratta di buona parte della porzione di cielo compresa tra Est e Ovest. Sembra che le anomalie si osservino con maggiore frequenza proprio laddove è presente il maggior numero di satelliti artificiali geostazionari (visualmente). Questi, infatti, sono visibili dall’Italia da Est ad Ovest ed in particolare a Sud (vedere rappresentazione a sinistra).
Si tratta di una coincidenza davvero impressionante se pensiamo che anche la declinazione dove compaiono le anomalie luminose sembra confermare questo dato. L’osservazione dei satelliti artificiali è più semplice quanto più ci si allontana dall’orizzonte. In direzione Est, dove cioè si osservano la maggior parte delle anomalie, corrisponde invece con uno dei punti (l’altro è Ovest) della volta celeste dove i satelliti stazionari compaiono praticamente a declinazione 0°, anzi peggio: esattamente in direzione Est ed Ovest la posizione visuale dei satelliti artificiali scende di qualche grado sotto l’orizzonte per cui è impossibile osservarli. Mentre in direzione Sud raggiunge la più alta declinazione visuale (40° circa) per effetto dell’altitudine alla quale sono collocati i satelliti artificiali, ed è possibile osservarli con più facilità.
L’incongruenza convenzionale
Abbiamo appena affermato che in direzione Sud vi è maggiore densità di satelliti artificiali. Questo primo dato potrebbe essere messo in relazione con un secondo dato e cioè con il maggior numero di anomalie osservate che, a quanto pare, vengono rilevate proprio in direzione Sud-Est, Sud-Sud-Est, Sud-Ovest e Sud. Abbiamo anche detto però, che più ci si avvicina verso Est o verso Ovest e più i satelliti artificiali geostazionari posti sulla fascia equatoriale scendono visivamente verso l’orizzonte, con tutte le problematiche, in termini di osservabilità, che ne conseguono. L’incongruenza sta nel fatto che in direzione Sud sono stati osservate solo 6 anomalie, con un massimo di 11 casi in direzione Sud-Est. Si tratta di un’incongruenza che ci consente di escludere, almeno ad una prima analisi, l’ipotesi che le anomalie rilevate possano essere generate dai satelliti artificiali (ad esempio: dei flash o flare) E poi, comunque, non vi è prova che i fenomeni luminosi osservati dal nostro gruppo (non considerando gli L.T.S.O. e i T.L.S.) siano di origine satellitare, soprattutto geostazionaria: che tipo di flash potrebbe emettere un satellite artificiale geostazionario? Scartando i satelliti artificiali geostazionari potremmo prendere in considerazione quelli in orbita L.E.O., che ruotano cioè attorno alla terra ad una velocità molto più elevata e ad una quota molto inferiore dei primi, ma le informazioni contenute del database del N.O.R.A.D. non ci danno la possibilità di confermare alcuna ipotesi. In ultima analisi potremmo forse trovarci di fronte a dei fenomeni luminosi prodotti da qualche tipo di satellite artificiale segreto, ma che genere di fenomeno luminoso della durata di 0,5 o 0,3 secondi può produrre un satellite artificiale? Non lo sappiamo… In genere i fenomeni luminosi prodotti dai satelliti artificiali (L.T.S.O., T.L.S., Flare, Flashing) hanno una durata maggiore e delle caratteristiche conosciute. Gli L.T.S.O. sembrano osservarsi maggiormente nel mese di Aprile mentre ad Agosto non ne è stato rilevato nemmeno uno. I casi osservati di T.L.S., invece, rimangono costanti praticamente da Aprile a Giugno per poi subire un piccolo incremento in corrispondenza del mese di Luglio.
Le N.L. sono state osservate praticamente da Maggio ad Agosto con la stessa frequenza, ad eccezione di Luglio in cui vi è stato un incremento del 100% dei casi osservati rispetto al mese di Maggio, Giugno e Agosto.
L’anomalia luminosa sicuramente meno osservata è stata il Mega N.A.T.: solo due casi osservati in 5 mesi (1 caso a Maggio ed 1 caso a Luglio. I N.A.C.T. sono stati rilevati nel mese di Giugno e di Agosto solamente in una occasione (in totale 2 casi), mentre a Luglio ne sono stati osservati 6. I fenomeni che sono stati osservati per più mesi consecutivi sono stati: N.L., N.A.T. e T.L.S.; ognuno dei quali è rimasto visibile per ben 4 mesi di seguito. La densità massima di anomalie osservate si ha in corrispondenza dei mesi di Maggio, Giugno, Luglio ed Agosto e riguarda Luci Notturne, Luci Notturne Anomale Transienti, Luci Notturne Anomale Transienti Circoscritte e Satelliti Luminosi Transitori.
Le Luci Notturne (N.L.) si osservano maggiormente attorno ai 50°-60° di declinazione con un secondo picco (meno intenso) tra i 70° e gli 80°. Tra i 40° e i 50° e tra i 10° e i 20° di declinazione non sono mai state osservate Luci Notturne. In realtà tra i 10° ed i 20° di declinazione non è stata osservata mai alcuna anomalia. Questo potrebbe dipendere in parte dalla presenza di ostacoli naturali come alberi e montagne ed in parte dal fatto che alcuni fenomeni luminosi distanti decine o centinaia di km, vengono attenuati in modo considerevole dall’atmosfera terrestre. I fenomeni di origine satellitare come i T.L.S. sembrano infatti non comparire al di sotto dei 50° di declinazione; mentre le anomalie di probabile origine satellitare come gli L.T.S.O., non sono mai stati rilevati al di sotto dei 30° di declinazione. Le Luci Notturne Anomale Transitorie (N.A.T.) si osservano con più frequenza tra i 50°-60° di declinazione. Le N.A.C.T. tra gli 80° ed i 90° di declinazione. Mediamente, si ha la probabilità di osservare il maggior numero di anomalie tra i 50° e i 90° di declinazione. Questo dato ci permette di non collegare le anomalie a fenomeni di luminosità generati dalla fascia di satelliti geostazionari presenti, visivamente, tra 0° (in direzione Est o Ovest) e 40° (in direzione Sud) di declinazione, anche se alcune Luci Notturne e Luci Notturne Anomale Transienti (in tutto 7 casi) sono state osservate tra i 20° e i 40° di declinazione. Le uniche anomalie di probabile origine satellitare che sono state osservate ad una declinazione inferiore ai 50° sono rappresentate dagli L.T.S.O. (1 caso, avvenuto tra i 30° e i 40° di declinazione).
Altro dato interessante si riscontra quando andiamo ad analizzare la tipologia di anomalie osservate rispetto alla direzione di osservazione.
Balza subito all’occhio che le uniche anomalie osservate in direzione dello Zenit sono della tipologia N.A.C.T. (3 casi in totale). Tutti i fenomeni osservati sono apparsi in una porzione di cielo ampia circa 225° (da Nord-Est ad Ovest, passando in direzione Sud). Il maggior numero di tipologie di anomalie luminose si osservano in direzione Nord-Est, Est, Sud-Est, Sud-Sud-Est, Sud-Ovest; mentre in direzione Nord, Nord-Nord-Est, Est-Sud-Est, Ovest-Nord-Ovest, Nord-Ovest, Nord-Nord-Ovest non è stata rilevata alcuna anomalia. La direzione di osservazione più “conveniente” per la rilevazione delle anomalie luminose transitorie sembra essere quella compresa tra Est, Sud ed Ovest. Si tratta, comunque, solo di dati preliminari che molto probabilmente possono subire delle variazioni nel tempo.
I rilevamenti in luce N.I.R. compiuti dal nostro gruppo di ricerca hanno sempre riguardato anomalie luminose transitorie di breve durata e mai oggetti, di fatto, solidi dalla forma discoidale o metallica. Questo non ci permette di poter comparare, da un punto di vista fenomenologico, i dati che abbiamo ottenuto con quelli già presenti nella casistica italiana, se non in alcuni casi isolati. Si tratta cioè di una nuova fenomenologia di oggetti che, in molti casi, non ha precedenti né in Italia né nel resto del mondo. Attualmente, il nostro lavoro si è concentrato anche nello spettro visibile ottenendo anche in questo caso risultati interessantissimi e nuovi rispetto a quelli presenti nella casistica italiana e internazionale. Un altro dato interessante che possiamo confermare riguarda la Luci Notturne (N.L.). I dati che abbiamo raccolto hanno confermato la presenza di un alto numero di fenomeni luminosi transitori che rispondono alla classificazione delle cosiddette Luci Notturne, osservate a partire dal 1972 negli Stati Uniti.
Risultati delle osservazioni strumentali realizzate nel 2010
LTPA Observer Project
Il numero totale di anomalie osservate dal Gennaio 2010 ai primi di Dicembre 2010 risultano essere 91; di cui 82 rilevate attraverso il VISUAL Project e 9 nell’ambito dell’IR-Project. L’IR-Project ha operato da Gennaio ad Aprile 2010, mentre il VISUAL Project da Maggio ai primi di Dicembre 2010. Dal grafico in basso si evince quanto sia evidente l’impennata del numero di rilevamenti compiuta a partire dal mese in cui è iniziato ad essere operativo il VISUAL Project (Maggio 2010).
Come abbiamo già affermato in precedenza, il numero medio di anomalie osservate (scartando i giorni di inattività del progetto) attraverso il VISUAL Project è uguale a 5. Se volessimo fare una stima potremmo affermare che nell’arco di un anno il VISUAL Project sarebbe in grado di rilevare circa 1825 anomalie.
Il numero di giorni (reali) di attività del VISUAL Project è stato di 219, con una media, quindi, di 0,43 anomalie osservate nell’arco di un giorno. Un dato che pone tale progetto ai vertici della ricerca mondiale sugli L.T.P.A. Il Famoso Progetto Hessdalen, ad esempio, rilevò una media di 0,14 anomalie al giorno, una numero circa tre volte inferiore rispetto a quella del VISUAL Project.
Il numero di anomalie registrate nel nostro database personale (pubblicato on-line sul sito www.ltpaobserverproject.com) non contiene la media di anomalie citata poco fa’ poiché, già a partire da Luglio 2010, il numero di fenomeni osservati era così elevato da costituire quasi una “normalità” di eventi rilevabili, peraltro, con enorme facilità e frequenza (stiamo parlando soprattutto di globi luminosi bianchi di probabile natura plasmoide). Lo studio statistico che vi stiamo proponendo, quindi, si fonda unicamente su anomalie rilevate meno frequentemente e molto più interessanti da un punto di vista prettamente fenomenologico.
Il numero di giorni (reali) di attività del VISUAL Project è stato di 219, con una media, quindi, di 0,43 anomalie osservate nell’arco di un giorno. Un dato che pone tale progetto ai vertici della ricerca mondiale sugli L.T.P.A. Il Famoso Progetto Hessdalen, ad esempio, rilevò una media di 0,14 anomalie al giorno, una numero circa tre volte inferiore rispetto a quella del VISUAL Project.
Il numero di anomalie registrate nel nostro database personale (pubblicato on-line sul sito www.ltpaobserverproject.com) non contiene la media di anomalie citata poco fa’ poiché, già a partire da Luglio 2010, il numero di fenomeni osservati era così elevato da costituire quasi una “normalità” di eventi rilevabili, peraltro, con enorme facilità e frequenza (stiamo parlando soprattutto di globi luminosi bianchi di probabile natura plasmoide). Lo studio statistico che vi stiamo proponendo, quindi, si fonda unicamente su anomalie rilevate meno frequentemente e molto più interessanti da un punto di vista prettamente fenomenologico.
Il grafico in alto mostra la tipologia di anomalie prese in considerazione dal nostro studio: in tutto 91 casi distribuiti nel periodo che va da Gennaio 2010 a Dicembre 2010 (IR-Project/VISUAL Project) e classificate in 13 principali tipologie di fenomeni:
Delle caratteristiche possedute dalle diverse classi di fenomeni osservati e delle differenze che esistono tra una tipologia di anomalia osservata e l’altra abbiamo già parlato ampiamente. Non ci resta che addentrarci all’interno delle caratteristiche strettamente legate all’“osservazione” di questi fenomeni: orario, direzione di osservazione, condizioni meteo, etc…
- Muone
- N.A.T.
- Mega N.A.T.
- A.N.L.
- A.N.L. II
- A.N.L. III
- N.A.C.T.
- N.A.C.T. II
- L.T.S.O.
- R.P.G.
- U.F.O.
- T.L.S.
- N.L.
Delle caratteristiche possedute dalle diverse classi di fenomeni osservati e delle differenze che esistono tra una tipologia di anomalia osservata e l’altra abbiamo già parlato ampiamente. Non ci resta che addentrarci all’interno delle caratteristiche strettamente legate all’“osservazione” di questi fenomeni: orario, direzione di osservazione, condizioni meteo, etc…
La maggior parte delle anomalie è stata osservata in direzione Sud-Est, poi in direzione Sud, Nord-Est e poi, a pari merito di numero di anomalie, a Nord, ad Est e a Sud-Ovest.
In un nostro studio condotto nel 2009 avevamo già messo in evidenza il fatto che la stragrande maggioranza delle anomalie veniva osservata in direzione Sud-Est, Est, e Sud, con la differenza che, all’ora, si trattava di rilevazioni realizzate esclusivamente in luce N.I.R. I dati che abbiamo in possesso oggi ci suggeriscono che la tendenza è sempre la stessa, anche utilizzando sistemi di rilevamento ottici digitali di natura diversa: una CCTV Camera da 0,00045 Lux, sensibile alla luce N.I.R. (750-1150 nanometri) e una webcam ad alta risoluzione da 2-2,5 lux sensibile sia alla luce visibile che alla luce N.I.R. (seppur con qualche differenza rispetto ad una CCTV Camera) e ad una piccola porzione di luce U.V. (in totale 290-1050 nanometri) ottengono praticamente dati sovrapponibili in relazione alla direzione in cui sono state osservate la maggior parte delle anomalie, la loro declinazione ed in generale ai dati di tipo osservativo.
La declinazione in cui tali fenomeni sono stati osservati più di frequentemente è: 10°, 20°, 80°, 60°, 40°, 50°, e poi 30°, 5°, allo Zenit, e infine 0°.
In un nostro studio condotto nel 2009 avevamo già messo in evidenza il fatto che la stragrande maggioranza delle anomalie veniva osservata in direzione Sud-Est, Est, e Sud, con la differenza che, all’ora, si trattava di rilevazioni realizzate esclusivamente in luce N.I.R. I dati che abbiamo in possesso oggi ci suggeriscono che la tendenza è sempre la stessa, anche utilizzando sistemi di rilevamento ottici digitali di natura diversa: una CCTV Camera da 0,00045 Lux, sensibile alla luce N.I.R. (750-1150 nanometri) e una webcam ad alta risoluzione da 2-2,5 lux sensibile sia alla luce visibile che alla luce N.I.R. (seppur con qualche differenza rispetto ad una CCTV Camera) e ad una piccola porzione di luce U.V. (in totale 290-1050 nanometri) ottengono praticamente dati sovrapponibili in relazione alla direzione in cui sono state osservate la maggior parte delle anomalie, la loro declinazione ed in generale ai dati di tipo osservativo.
La declinazione in cui tali fenomeni sono stati osservati più di frequentemente è: 10°, 20°, 80°, 60°, 40°, 50°, e poi 30°, 5°, allo Zenit, e infine 0°.
Da questi nuovi dati risulta che vi è stato un maggior numero di fenomeni luminosi osservati a declinazioni decisamente più vicine all’orizzonte rispetto a quelli osservati attraverso l’IR-Project, infatti nel 2009 non era stata mai rilevata alcuna anomalia tra 0 e 20° di declinazione.
Un altro dato interessante deriva dall’intensità luminosa dei fenomeni registrati. Questi hanno avuto, nella stragrande maggioranza dei casi, una magnitudine visuale apparente compresa tra -1 e -2 con picchi sino alla magnitudine -7. Nel 2009, l’IR-Project non aveva mai messo in evidenza un così alto numero di anomalie d’intensa luminosità. Si tratta di un’altra evidente differenza tra l’IR-Project e il VISUAL Project.
Per quanto riguarda la durata dei fenomeni osservati, possiamo affermare che la maggior parte di essi è rimasto visibile per non più di 0,1 secondi; mentre solo alcuni hanno avuto una durata compresa tra 0,2 e 0,3 secondi. Si tratta di un dato sovrapponibile alle osservazione compiute nel 2009 attraverso l’IR-Project. Ciò ci permette di stabilire che la maggior parte delle anomalie luminose transitorie (94% dei casi totali) hanno una durata molto breve. Solo in 4 casi, infatti, sono stati osservati oggetti che hanno avuto una durata superiore a 1 secondo (4,4% dei casi totali). Partendo da questo presupposto possiamo dedurre, quindi, che l’avvistamento visuale di queste anomalie rimane una circostanza più unica che rara. La nostra esperienza nel campo dell’osservazione del cielo ad occhio nudo (skywatching), difatti, ci ha consentito di avvistare piccoli bagliori circoscritti nel cielo solo in rarissime occasioni e pensiamo che possa essersi trattato appunto di questo tipo di fenomeni.
Il lasso temporale maggiormente indicato per l’avvistamento degli L.T.P.A. sembra essere quello che va dalle ore 20:00 alle ore 02:00, e dalle ore 04:00 alle ore 05:00, anche se è stato riscontrato un picco isolato di rilevamenti in corrispondenza delle ore 18:00. Tra le ore 07:00 e le ore 16:00 solitamente non è visibile alcun L.T.P.A., ma questo può probabilmente spiegarsi (ma non del tutto) con una maggiore illuminazione ambientale. Stando alla casistica italiana degli avvistamenti U.F.O., il maggiore numero di avvistamenti si ha tra le 21:00 e le 24:00 e poi, con un numero di casi poco inferiore, tra le 19:00 e le 21:00. Le nostre osservazioni confermano questo genere di tendenza ampliandone l’incidenza anche tra le ore 01:00 e le ore 06:00. Nel 2009 (IR-Project) avevamo constatato le anomalie luminose osservate in luce N.I.R. avevano la seguente distribuzione oraria: tra le 19:00 e le 21:00 si osservano solo il 5% delle anomalie luminose, mentre il massimo (41%) si ha tra le 21:00 e le 24:00 (confermando i dati nazionali di carattere ufologico). Tra le 24:00 e le 06:00 si osserva il 54% delle anomalie (27% tra le 24:00 e le 03:00; 27% tra le 03:00 e le 06:00). Il numero di fenomeno luminosi osservati tra il 2009 e il 2010 tra le ore 24:00 e le ore 06:00, passa da 54% (IR-Project) al 31,9% (VISUAL Project), mentre il numero di fenomeni osservati tra le ore 19:00 e le ore 24:00 assumono un andamento sovrapponibile. Dato interessante se pensate che stiamo parlando di osservazioni eseguite attraverso strumenti ottici digitali che oltre a possedere una sensibilità diversa, analizzano lo spazio aereo a lunghezze d’onda differenti.
Un altro dato interessante che è emerso solo grazie al VISUAL Project è stata la comparazione del numero delle anomalie osservate rispetto alla temperatura ambientale.
Dai dati sopra esposti emerge che il maggior numero di anomalie sono comparse mentre al suolo era presente una temperatura di +8°C, mentre nessuna anomalia è stata osservata con una temperatura ambientale compresa tra 0°C e +2°C.
La misurazione dell’umidità relativa (registrata al suolo) ci ha consentito inoltre di stabilire che la maggioranza delle anomalie è comparsa con un’umidità relativa dell’80% (18 casi). Un altro picco si ha in corrispondenza di un valore di umidità relativa uguale al 40% (6 casi).
I dati sulle condizioni meteorologiche, invece, smentiscono categoricamente quella branca di opinionisti secondo i quali la maggior parte degli L.T.P.A., e degli F.L.A. in generale, si osservano maggiormente durante i temporali o in presenza di fenomeni atmosferici di un certo rilievo. Il 56% delle anomalie sono state osservate con condizioni meteorologiche di “bel tempo” o di cielo sereno. Il 29,6%, con il cielo nuvoloso; il 28,6% in condizioni di pioggia, mentre solo l’1,1% delle anomalie sono state osservate durante temporali.
Riepilogando, possiamo affermare che la situazione migliore per osservare un L.T.P.A. è la seguente:
altitudine = 350 m s.l.m.;
temperatura ambientale = +8°C;
umidità relativa = 80%;
ora = tra le 22:00 e le 24:00
cono meteo = sereno.
Riepilogando, possiamo affermare che la situazione migliore per osservare un L.T.P.A. è la seguente:
altitudine = 350 m s.l.m.;
temperatura ambientale = +8°C;
umidità relativa = 80%;
ora = tra le 22:00 e le 24:00
cono meteo = sereno.
I dati in nostro possesso confermano che nei nostri cieli è possibile osservare fenomeni luminosi transitori di vario tipo. A parte quelle anomalie che rimangono visibili per poche frazioni di secondo, di probabile natura elettrica o plasmoide, esiste tutta un’altra categoria di fenomeni che può essere classificata solo attraverso il termine U.F.O. o U.A.P. Ci riferiamo al 19%, circa, di tutti i rilevamenti eseguiti dal nostro gruppo a partire dal 2009 e terminati il 5 Dicembre 2010:
Si tratta di anomalie luminose la cui complessità morfologica, oltre che cromatica, non trova alcun riferimento con oggetti già osservati. Inoltre le caratteristiche del moto, la direzione e la velocità mantenute non sono paragonabili ad alcun oggetto terrestre o ad alcun fenomeno naturale conosciuto. Sono stati osservati oggetti luminosi policromatici in movimento, comparire e ricomparire più volte anche in posizioni dell’inquadratura differenti e a distanze temporali molto varie. Globi luminosi che compaiono e riappaiono a distanza di alcuni secondi, preceduti o seguiti (a distanza di pochi minuti) da elicotteri di tipo militare… Sono stati osservati oggetti di natura opaca con caratteristiche cromatiche riconducibili a tridimensionalità…
Se già rimane difficile trovare una spiegazione per i fenomeni di probabile natura elettrica o plasmoide pensate quanto sia difficile produrre una teoria scientifica in grado di spiegare convenzionalmente queste insolite manifestazioni. Secondo la comunità scientifica solo l’1,5-2% delle segnalazioni sono riconducibili a fenomeni non spiegabili convenzionalmente; secondo gli ufologi questa percentuale arriva al 10%. Secondo le nostre rilevazioni, ovviamente più tecniche, la percentuale raggiunge quota 19%.
La categoria di fenomeni luminosi più osservati di frequente (40%) è stata classificata con il termine “Muone”; infatti si tratta di una categoria di fenomeni che sembra avere molta affinità con uno dei sottoprodotti del raggio cosmico (C.R.), il muone appunto, quindi da qui il nome. Purtroppo non abbiamo ancora la certezza che possa trattarsi effettivamente del rilevamento di muoni, anche perché il numero delle rilevazioni è davvero elevato e non ci risulta che al mondo i muoni siano mai stati osservati con questa facilità, tra le altre cose attraverso una webcam ad alta risoluzione. Il 5% delle anomalie è rappresentato da fenomeni luminosi transitori di probabile origine satellitare (T.L.S.). Nel 2009 il dato era leggermente più elevato, raggiungeva il 7%. Pensiamo che la riduzione del numero di T.L.S. osservati sia legato alla tecnologia utilizzata per osservare il cielo. Nel 2009, infatti, avevamo utilizzato una CCTV Camera ultrasensibile (0,00045 lux) che ci permetteva di osservare addirittura stelle sino alla 9a magnitudine. Il VISUAL Project, invece, ci ha consentito di osservare solo oggetti che hanno una luminosità minima uguale alla magnitudine 0. In altre parole, utilizzando uno strumento meno sensibile, si osservano meno T.L.S. come, peraltro, sono stati osservati meno L.T.S.O.: 7% del numero delle anomalie luminose totali osservate nel 2009, e solo il 3% delle anomalie luminose totali osservate nel 2010. Attraverso il VISUAL Project si è avuto un generale decremento di quelle anomalie luminose osservate anche attraverso l’IR-Project con l’unica differenza che attraverso il VISUAL Project sono stati osservati fenomeni luminosi molto più interessanti da un punto di vista fenomenologico.
- l’11% rilevati attraverso l’IR-Project (2009) ;
- l’8% rilevati attraverso il VISUAL Project (2010).
Si tratta di anomalie luminose la cui complessità morfologica, oltre che cromatica, non trova alcun riferimento con oggetti già osservati. Inoltre le caratteristiche del moto, la direzione e la velocità mantenute non sono paragonabili ad alcun oggetto terrestre o ad alcun fenomeno naturale conosciuto. Sono stati osservati oggetti luminosi policromatici in movimento, comparire e ricomparire più volte anche in posizioni dell’inquadratura differenti e a distanze temporali molto varie. Globi luminosi che compaiono e riappaiono a distanza di alcuni secondi, preceduti o seguiti (a distanza di pochi minuti) da elicotteri di tipo militare… Sono stati osservati oggetti di natura opaca con caratteristiche cromatiche riconducibili a tridimensionalità…
Se già rimane difficile trovare una spiegazione per i fenomeni di probabile natura elettrica o plasmoide pensate quanto sia difficile produrre una teoria scientifica in grado di spiegare convenzionalmente queste insolite manifestazioni. Secondo la comunità scientifica solo l’1,5-2% delle segnalazioni sono riconducibili a fenomeni non spiegabili convenzionalmente; secondo gli ufologi questa percentuale arriva al 10%. Secondo le nostre rilevazioni, ovviamente più tecniche, la percentuale raggiunge quota 19%.
La categoria di fenomeni luminosi più osservati di frequente (40%) è stata classificata con il termine “Muone”; infatti si tratta di una categoria di fenomeni che sembra avere molta affinità con uno dei sottoprodotti del raggio cosmico (C.R.), il muone appunto, quindi da qui il nome. Purtroppo non abbiamo ancora la certezza che possa trattarsi effettivamente del rilevamento di muoni, anche perché il numero delle rilevazioni è davvero elevato e non ci risulta che al mondo i muoni siano mai stati osservati con questa facilità, tra le altre cose attraverso una webcam ad alta risoluzione. Il 5% delle anomalie è rappresentato da fenomeni luminosi transitori di probabile origine satellitare (T.L.S.). Nel 2009 il dato era leggermente più elevato, raggiungeva il 7%. Pensiamo che la riduzione del numero di T.L.S. osservati sia legato alla tecnologia utilizzata per osservare il cielo. Nel 2009, infatti, avevamo utilizzato una CCTV Camera ultrasensibile (0,00045 lux) che ci permetteva di osservare addirittura stelle sino alla 9a magnitudine. Il VISUAL Project, invece, ci ha consentito di osservare solo oggetti che hanno una luminosità minima uguale alla magnitudine 0. In altre parole, utilizzando uno strumento meno sensibile, si osservano meno T.L.S. come, peraltro, sono stati osservati meno L.T.S.O.: 7% del numero delle anomalie luminose totali osservate nel 2009, e solo il 3% delle anomalie luminose totali osservate nel 2010. Attraverso il VISUAL Project si è avuto un generale decremento di quelle anomalie luminose osservate anche attraverso l’IR-Project con l’unica differenza che attraverso il VISUAL Project sono stati osservati fenomeni luminosi molto più interessanti da un punto di vista fenomenologico.
In conclusione, possiamo affermare che è possibile realizzare una buona postazione di monitoraggio del cielo per la ricerca e lo studio degli L.T.P.A. attraverso una spesa che è alla portata di tutti.
L’utilizzo di webcam ad alta risoluzione e CCTV Camere ultrasensibili ci hanno permesso di osservare fenomeni luminosi transitori sconosciuti e, in molti casi, mai osservati prima da nessuna équipe di ricerca italiana o internazionale.
I dati che abbiamo ottenuto ci confermano l’esistenza sia di fenomeni di probabile origine elettrica e/o plasmoide che di anomalie sulla quale natura è davvero difficile dare una spiegazione naturale o convenzionale.
L’utilizzo di webcam ad alta risoluzione e CCTV Camere ultrasensibili ci hanno permesso di osservare fenomeni luminosi transitori sconosciuti e, in molti casi, mai osservati prima da nessuna équipe di ricerca italiana o internazionale.
I dati che abbiamo ottenuto ci confermano l’esistenza sia di fenomeni di probabile origine elettrica e/o plasmoide che di anomalie sulla quale natura è davvero difficile dare una spiegazione naturale o convenzionale.

studio_statistico_delle_anomalie_osservate_nel_2010.pdf | |
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Dati Statistici 2011
Dati conclusivi riferiti all'osservazione dei fenomeni luminosi registrati dal nostro gruppo di ricerca
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Dati Statistici 2012
Dati conclusivi riferiti all'osservazione dei fenomeni luminosi registrati dal nostro gruppo di ricerca
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Dati Statistici 2013
Dal 2013, le registrazioni effettuate hanno contemplato il 100% di fenomeni luminosi LTPA. Tale traguardo è stato reso possibile solamente grazie alla messa a punto del nostro sistema di monitoraggio, sistema che è riuscito a registrare le apparizioni di fenomeni luminosi inspiegabili, scremando tutta quella serie di registrazioni, facenti riferimento a fenomeni naturali (Muoni, Protoni e particelle ionizzanti di decadimento).
In tale contesto di ricerca per i dati relativi ad ogni singolo avvistamento, si invitano i lettori a visitare il nostro archivio on-line, o a acquistare le pubblicazioni annuali (riassuntivi di ricerca), al nostro sito editoriale: www.lulu.com/danielecataldi.
In tale contesto di ricerca per i dati relativi ad ogni singolo avvistamento, si invitano i lettori a visitare il nostro archivio on-line, o a acquistare le pubblicazioni annuali (riassuntivi di ricerca), al nostro sito editoriale: www.lulu.com/danielecataldi.
2009-2020
Enalisi statistica delle riprese video e fotografiche registrate dal nostro sistema di rilevamento automatizzato:
La variazione del numero di casi di avvistamento (di LTPA) è stato determinato per la maggior parte dalla discriminazione dei fenomeni luminosi registrati che nel corso dei primi anni erano stati catalogati come LTPA. Nel corso degli studi portati avanti al Dr. Daniele Cataldi, molti dei fenomeni luminosi hanno trovato nuova collocazione all'interno della vasta classificazione internazionale.
La normale evoluzione scientifica prevede proprio questo. Osservando in grafico è comunque possibile vedere un incremento dei casi soprattutto nel 2020.
La normale evoluzione scientifica prevede proprio questo. Osservando in grafico è comunque possibile vedere un incremento dei casi soprattutto nel 2020.