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Aracnidi
arachnids
Dr. Daniele Cataldi
Foto realizzate con Canon EOS 100D + Tamron asferico 18-200 + aggiuntivo Raynox 250. La tecnica utilizzata è basata sull'utilizzo dell'apparecchiatura fotografica con settaggi in manuale e flash incorporato.
Icius hamatus - Salticidae (Blackwall, 1865) è una famiglia di ragni appartenente all'ordine Araneae della classe Arachnida. Appartengono a questa famiglia 597 generi e circa 5.678 specie; è la famiglia più numerosa, con circa il 13% del totale della specie di ragni conosciute. Sono ragni di piccole dimensioni, il corpo raramente raggiunge i 15 mm di lunghezza. Hanno una notevole capacità respiratoria in rapporto alle dimensioni in quanto posseggono polmoni a libro e sistema tracheale ben sviluppati (doppio sistema respiratorio).
Heliophanus cupreus - Salticidae (Blackwall, 1865) è una famiglia di ragni appartenente all'ordine Araneae della classe Arachnida. Appartengono a questa famiglia 597 generi e circa 5.678 specie; è la famiglia più numerosa, con circa il 13% del totale della specie di ragni conosciute. Sono ragni di piccole dimensioni, il corpo raramente raggiunge i 15 mm di lunghezza. Hanno una notevole capacità respiratoria in rapporto alle dimensioni in quanto posseggono polmoni a libro e sistema tracheale ben sviluppati (doppio sistema respiratorio).
Tomisidi - Sono i “ragni granchio”, chiamati così per la loro andatura laterale, ma soprattutto per la loro abitudine a posizionare la zampe anteriori come fossero chele. Nascosti tra i fiori, tendono agguati alle loro vittime, che afferrano e paralizzano colpendone i gangli cerebrali.
Theridion - Linifidi - Non è facile distinguere questi ragni, che possono avere addome arrotondato o allungato e aspetto piuttosto diverso da specie a specie. Generalmente si tratta di predatori di altri ragni. Molte specie sono piccole (1 mm) e in certe i maschi hanno alcuni occhi in cima a protuberanze situate sul cefalotorace.
Frontinellina frutetorum - C. L. Koch, 1834 è un ragno appartenente alla famiglia Linyphiidae. La specie è stata rinvenuta in diverse località della regione paleartica. Non sono stati esaminati esemplari di questa specie dal 2006. Attualmente, a dicembre 2013, non sono note sottospecie.
Araniella cucurbitina - Araneidi - Sono i ragni che tessono le classiche tele verticali, costruite posizionando raggi di fili quasi concentrici ai quali viene fissato un filo posizionato a spirale. Si tratta spesso di ragni medio grossi con addome massiccio.
Larinioides sclopetarius - (Clerck, 1802) è un ragno appartenente alla famiglia Araneidae.La specie è stata rinvenuta in diverse località della regione olartica.
Cyclosa Insulata - La specie è stata reperita in diverse località della regione che si estende dal Mediterraneo alle Filippine, ed è stata rinvenuta anche in Australia.
Araneus diadematus - Clerck, 1757, noto comunemente con la denominazione di ragno crociato, è un ragno della famiglia Araneidae.
Le dimensioni del maschio vanno dai 5,5 mm ai 13 mm, mentre la femmina va dai 6,5 mm ai 20 mm. La colorazione va dal rosa al marrone, chiaro o scuro. Il suo nome deriva dal disegno a croce formato da macchie bianche visibile sul dorso, di colore biancastro, dovuto alla presenza di cellule riempite di guanina come sottoprodotto del metabolismo delle proteine. Se disturbato tende di solito a darsi alla fuga piuttosto che reagire in modo aggressivo; il morso non ha assolutamente conseguenze gravi per l'uomo e provoca solo un leggero pizzicore. |
Euryopis episinoides - Terididi - Sono solitamente ragni notturni. Generalmente piuttosto piccoli, con zampe a colori anellati o rossicce. Hanno spesso addome arrotondato e realizzano tele irregolari. Esistono anche specie di media grandezza potenzialmente in grado di mordere, come la malmignatta.
Amaurobidi - Questi ragni producono tele ad imbuto, di colore azzurrino, tessendole in modo irregolare così da farle apparire traforate. Si muovono lenti sul terreno o nelle spaccature degli alberi. In natura questi ragni amano permanere nei boschi umidi.
Nigma puella - Dictinidi - O.P.-Cambridge, 1871 è una famiglia di ragni appartenente all'ordine Araneae. Il nome deriva dal greco δὶκτυον, dìktyon, cioè rete da caccia, ragnatela per cacciare, ed il suffisso -idae, che designa l'appartenenza ad una famiglia. Sono ragni provvisti di cribellum e di un calamistro sul metatarso della IV zampa per pettinare la seta man mano che la formano. Sono piccoli, di dimensioni comprese fra 2 e 3 millimetri; gli esemplari più grandi non superano i 5 millimetri. Questi ragni costruiscono ragnatele irregolari, a terra, o, nel caso di specie come quella affianco, sugli alberi. Alcuni si costruiscono rifugi per passarvi il giorno. La maggior parte delle specie ha piccole dimensioni (sino a 5 - 7 mm di lunghezza). Sono pressoché cosmopoliti, ad eccezione di alcune zone dell'Africa orientale e della penisola dell'Indocina.
Metaphalangium sp. - Opilionide - Gli opilionidi, vengono spesso scambiati per ragni, sono invece aracnidi appartenenti all'ordine degli Opilioni o Opilionidi. Questi animali si distinguono facilmente dai ragni per le loro lunghe ed esili zampe, inoltre mentre i ragni hanno il corpo diviso in due porzioni, capotorace e addome,gli Opilionidi presentano un corpo formato da una massa unica. Hanno poi due soli occhi posti nella parte frontale del cefalotorace, sovente su un peduncolo. Un'altra caratteristica riguarda il fatto che gli Opilioni sono privi di strutture (filiere) capaci di emettere fili di seta, e non posseggono ghiandole velenifere. A differenza dei ragni che si cibano succhiando i liquidi interni delle loro prede gli Opilionidi si nutrono di piccoli insetti, ingerendo anche materiale solido e semisolido e si possono definire in definitiva, degli onnivori.
Ragno Saltatore - Philaeus chrysops
Sottordine: Araneomorphae
Gruppo: Entelegynae
Famiglia: Salticidae
Sottofamiglia: Plexippinae
Nome scientifico: Philaeus chrysops (Poda, 1761)
DISTRIBUZIONE:
E’ segnalato in tutta l’ecozona paleartica.
ABITUDINI:
P.chrysops, così come la quasi totalità dei Salticidae, è un ragno attivo principalmente durante le ore diurne.
Solitamente P. chrysops abbandona il rifugio notturno al mattino quando il Sole comincia a diffondere un leggero tepore, permettendogli di cacciare insetti o altri ragni che capitano nelle vicinanze del suo rifugio. Quando il Sole è troppo forte invece il ragno tende a rifugiarsi all’ombra in cerca di un po’ di refrigerio, per poi riprendere la sua attività quando la luce solare si fa meno diretta e potente.
Come per quasi la totalità dei Salticidae, la tecnica di caccia adottata da questo ragno prevede l’attacco diretto tramite un piccolo e rapido balzo sulla preda individuata grazie alla sua eccellente vista. Il ragno tende ad avvicinarsi il più possibile alla preda riducendo la velocità di approccio man mano che si avvicina. Tendenzialmente, se l’ambiente circostante lo permette, l’agguato avviene in linea retta. Qualora le circostanze lo richiedano, il P. chrysops è capace, mantenendo il contatto visivo, di adottare leggere deviazioni tramite movimenti laterali o salti su superfici non complanari a quella di stazionamento della preda.
Inoltre le tecniche di attacco variano in base al tipo di preda, che principalmente viene classificata in base alla dimensione: le prede molto piccole rispetto al ragno vengono attaccate, con sicurezza e velocità, tramite un cortissimo scatto finale; prede di dimensioni più ragguardevoli, addirittura più grandi del ragno stesso, vengono invece attaccate da distanza più grande tramite un balzo poderoso dopo un avvicinamento lento e cauto.
Da notare che questa specie presenta anche una reattività estremamente elevata che permette al ragno in questione di catturare raramente delle prede anche in volo.
P. chrysops tesse un filo di seta che fa aderire ad una superficie prima di compiere un balzo, in modo da garantirsi una specie di corda di sicurezza con la quale proteggersi da eventuali salti mal calibrati.
I ragni di questa specie entrano in diapausa quando le temperature diventano rigide le quali provocano anche una riduzione del numero di prede.
AGGRESSIVITA’ E VELENO:
P. chrysops è un ragno assolutamente innocuo, che potrebbe comunque mordere se messo alle strette. Grazie all’ottima vista un esemplare di questa specie tenderà a scappare via se si sente minacciato. Il morso tuttavia non ha rilevanza medica.
Questo ragno, come praticamente la totalità dei ragni, si mostra particolarmente aggressivo nei confronti di insetti e altri ragni che vengono considerati una minaccia; il fatto curioso sta nel fatto che questa famiglia è molto tollerante nei confronti dei propri conspecifici: infatti una femmina gravida o che protegge le proprie uova, difficilmente ucciderà un maschio intenzionato ad accoppiarsi, ma si limiterà ad assumere una posizione di minaccia, contraddistinta dall’allargamento della prima coppia di zampe, dei pedipalpi e dei cheliceri.
VELOCITA’ DI CRESCITA E DIMENSIONI:
Vivendo solitamente per un anno soltanto, P. chrysops ha un metabolismo piuttosto veloce, coadiuvato dal clima caldo dei mesi primaverili ed estivi durante i quali esso è più attivo. Non è raro infatti trovare femmine all’inizio dell’autunno, maturate velocemente in due o tre mesi dalla nascita. I maschi invece maturano tutti dopo la diapausa invernale.
Le dimensioni medie di questa specie si aggirano attorno a 10mm di corpo, con minimi di 7-8 e massimi di 14-15 per i maschi più grandi. A differenza di altre specie, infatti, non è raro che il maschio raggiunga dimensioni maggiori delle femmine.
DESCRIZIONE:
P. chrysops è ritenuto, non a torto, uno dei ragni saltatori più belli d’Europa. In particolar modo il maschio si presenta, una volta adulto, con un cefalotorace nero lucido con due bande laterali bianche o giallastre, l’opistosoma rosso sgargiante con una marcata banda centrale nera che percorre longitudinalmente l’intero addome sul lato dorsale, la prima e la seconda coppia di zampe ricoperte da una peluria rossa mentre le altre due coppie sono grigio-giallastre, ed infine con pedipalpi setolosi di colore grigio cenere. La prima coppia di zampe inoltre è più lunga delle altre ed ha scopo anche riproduttivo, essendo usata per il corteggiamento.
La femmina di questa specie si presenta di color grigio-giallastro, presentando anch’essa bande più chiare sul lato del cefalotorace ed una banda più scura sul dorso dell’opistosoma. A differenza del maschio, le zampe sono più proporzionate tra loro.
Si capisce quindi che questa specie presenta un dimorfismo sessuale evidentissimo.
I ragnetti di prima muta (L1) invece hanno due macchie nere che coprono quasi l'intero cefalotorace, situate nella zona dei quattro occhi laterali. La parte superiore del'opistosoma è grigiastro con striature meridiane più scure. La parte inferiore è grigia, le zampe grigio cenere e i pedipalpi biancastri. La peluria sotto gli occhi frontali che copre parzialmente i cheliceri è anch'essa biancastra come i palpi.
Alla muta successiva l’aspetto cambia: ad L2 i ragni differiscono da L1 ovviamente per l’aumento di dimensioni (3mm di corpo), ma anche per il colore dell’addome che cambia da grigio chiaro a giallo con striature marroni. La colorazione L2 si mantiene pressoché stabile sino allo stadio di giovane che viene raggiunto attorno a L5. A questo stadio i ragni presentano una colorazione grigio-marrone chiaro uniforme con striature sull'addome a lisca di pesce, colorazione che tende a diventare sempre più grigia negli stadi successivi.
Come tutti i Salticidae, P. chrysops presenta i due occhi mediani anteriori più grossi dei rimanenti sei. Questi occhi sono deputati alla visione dettagliata di un soggetto mentre gli altri occhi servono da recettori di movimento. Quindi la vista per questi ragni è indispensabile sia per cacciare, sia per riconoscere un eventuale partner.
Basare la propria strategia di sopravvivenza sull’efficienza del proprio apparato visivo comporta però dei compromessi. Infatti questi ragni non sono capaci di cacciare e accoppiarsi al buio (anche se sono stati osservati dei casi eccezionali), per questo sono da considerarsi dei ragni diurni obbligati.
ALLEVAMENTO:
Riguardo all’allevamento in cattività, P. chrysops è un soggetto ideale da allevare per una serie di motivi, tra i quali spiccano la sincronia con l’attività umana e la bassa esigenza di condizioni climatiche particolari.
In linea di principio un P. chrysops sfrutta tutto lo spazio che ha a disposizione, esplorando il terrario alla ricerca di prede o di un rifugio adatto per mutare o deporre le uova (nel caso di femmina gravida). Essendo, come già descritto, estremamente attivo e mobile un terrario ideale per un esemplare adulto può tranquillamente misurare 15x15x25h senza mettere in difficoltà il ragno, esaltandone, al contrario, le qualità di saltatore e predatore d’agguato.
Il substrato da utilizzare può essere come al solito la torba, ma può anche terra mista a ghiaia/sabbia può andare bene, basta metterne 1 cm o 2 sul fondo del terrario col principale scopo di fornire un punto di ancoraggio per rametti o supporti di vario genere, i quali hanno invece molta importanza poiché il ragno tenderà a muoversi su di essi.
L’unico problema al quale si deve prestare un minimo di attenzione è la manutenzione del terrario stesso. Essendo estremamente attivi i P. chrysops tenderanno a ricoprire velocemente di tela la maggior parte delle pareti e superfici del terrario, arrivando ad ostacolarsi nei salti e nei movimenti. Quando si nota che il ragno presenta difficoltà nell’inseguire la preda sarà il momento di fare un minimo di manutenzione, asportando la tela in eccesso (facendo attenzione a non distruggere il nido notturno) e gli esoscheletri delle prede consumate con uno spiedo o altro bastoncino simile.
Una volta alla settimana è conveniente nebulizzare su di una parete del terrario, preferibilmente alle prime ore del mattino simulando la rugiada, per permettere al ragno di bere.
Durante il periodo che precede la muta, si potranno osservare alcuni fenomeni che è bene cogliere per evitare di stressare l’animale:
1) Rifiuto di prede con tentativi di fuga inspiegabili
2) Infittimento del bozzolo notturno
3) Inscurimento della parte ventrale dell’addome
Solitamente queste tre fasi, dette di premuta, possono durare da 2 giorni per gli esemplari più giovani, fino ad una settimana nel caso di ultima muta per la maturazione sessuale.
Una volta che il ragno ha mutato deve reintegrare i liquidi poiché questo processo ne comporta un notevole dispendio. Si deve quindi nebulizzare una piccola quantità d’acqua direttamente sul bozzolo oppure sulle pareti del terrario.
Per quanto riguarda invece la nutrizione è bene distinguere tra quattro stadi di crescita:
- Sling 1-2L: da nutrire principalmente con Drosophila melanogaster o con grilli appena nati.
- Sling 3-5L: è possibile passare a prede più grandi, tipo Drosophila hydei, giovani grilli o tisanuri.
- Giovani: si può passare alle mosche domestiche o insetti volanti di taglia adeguata.
- Subadulti e Adulti: si possono fornire anche mosconi e grossi insetti alati come sirfidi, falene di dimensioni anche maggiori rispetto al ragno stesso.
La cadenza dei pasti può essere decisa in base alle esigenze di crescita che si vuole ottenere. Solitamente per gli slings si adottano dei regimi alimentari più serrati che vanno via via a calare con la crescita del ragno e, di conseguenza, con l’aumentare della consistenza delle prede fornite. Si può inoltre distinguere il caso delle femmine gravide, che è bene nutrire giornalmente al fine di permettere un buon sviluppo delle uova.
RIPRODUZIONE:
La riproduzione di questa specie non presenta particolari problemi. È infatti sufficiente porre il maschio nei pressi della femmina affinché instauri un contatto visivo con essa. Il maschio comincerà una sorta di corteggiamento muovendo le zampe frontali, i pedipalpi e facendo vibrare l’addome. Se la femmina è recettiva ed interessata all’accoppiamento ritrarrà le zampe al cefalotorace, oscillando leggermente l’addome e permettendo al maschio di avvicinarsi e di accoppiarsi.
Dopo l’accoppiamento, la femmina si alimenterà il più possibile, sfoggiando un appetito pantagruelico, al fine di produrre le uova. Quando la femmina sarà poi in procinto di deporre ampierà il nido per poi rinchiudersi dentro. Dopo un paio di giorni essa deporrà le uova ricoprendole successivamente con un fitto strato di tela. Dal momento della deposizione, sono solitamente necessarie un paio di settimane per la schiusa. Si potranno notare le ninfe all’interno del cocoon, muoversi saltuariamente. Dopo una o due settimane ancora, le ninfe compiranno la prima muta e, successivamente, i neonati lasceranno il nido della madre che ricomincerà a cacciare ed a nutrirsi.
Le femmine di questa specie, una volta accoppiate con successo, possono produrre fino a tre ovisacchi fertili, arrivando a morire durante l’ultima covata.
Sottordine: Araneomorphae
Gruppo: Entelegynae
Famiglia: Salticidae
Sottofamiglia: Plexippinae
Nome scientifico: Philaeus chrysops (Poda, 1761)
DISTRIBUZIONE:
E’ segnalato in tutta l’ecozona paleartica.
ABITUDINI:
P.chrysops, così come la quasi totalità dei Salticidae, è un ragno attivo principalmente durante le ore diurne.
Solitamente P. chrysops abbandona il rifugio notturno al mattino quando il Sole comincia a diffondere un leggero tepore, permettendogli di cacciare insetti o altri ragni che capitano nelle vicinanze del suo rifugio. Quando il Sole è troppo forte invece il ragno tende a rifugiarsi all’ombra in cerca di un po’ di refrigerio, per poi riprendere la sua attività quando la luce solare si fa meno diretta e potente.
Come per quasi la totalità dei Salticidae, la tecnica di caccia adottata da questo ragno prevede l’attacco diretto tramite un piccolo e rapido balzo sulla preda individuata grazie alla sua eccellente vista. Il ragno tende ad avvicinarsi il più possibile alla preda riducendo la velocità di approccio man mano che si avvicina. Tendenzialmente, se l’ambiente circostante lo permette, l’agguato avviene in linea retta. Qualora le circostanze lo richiedano, il P. chrysops è capace, mantenendo il contatto visivo, di adottare leggere deviazioni tramite movimenti laterali o salti su superfici non complanari a quella di stazionamento della preda.
Inoltre le tecniche di attacco variano in base al tipo di preda, che principalmente viene classificata in base alla dimensione: le prede molto piccole rispetto al ragno vengono attaccate, con sicurezza e velocità, tramite un cortissimo scatto finale; prede di dimensioni più ragguardevoli, addirittura più grandi del ragno stesso, vengono invece attaccate da distanza più grande tramite un balzo poderoso dopo un avvicinamento lento e cauto.
Da notare che questa specie presenta anche una reattività estremamente elevata che permette al ragno in questione di catturare raramente delle prede anche in volo.
P. chrysops tesse un filo di seta che fa aderire ad una superficie prima di compiere un balzo, in modo da garantirsi una specie di corda di sicurezza con la quale proteggersi da eventuali salti mal calibrati.
I ragni di questa specie entrano in diapausa quando le temperature diventano rigide le quali provocano anche una riduzione del numero di prede.
AGGRESSIVITA’ E VELENO:
P. chrysops è un ragno assolutamente innocuo, che potrebbe comunque mordere se messo alle strette. Grazie all’ottima vista un esemplare di questa specie tenderà a scappare via se si sente minacciato. Il morso tuttavia non ha rilevanza medica.
Questo ragno, come praticamente la totalità dei ragni, si mostra particolarmente aggressivo nei confronti di insetti e altri ragni che vengono considerati una minaccia; il fatto curioso sta nel fatto che questa famiglia è molto tollerante nei confronti dei propri conspecifici: infatti una femmina gravida o che protegge le proprie uova, difficilmente ucciderà un maschio intenzionato ad accoppiarsi, ma si limiterà ad assumere una posizione di minaccia, contraddistinta dall’allargamento della prima coppia di zampe, dei pedipalpi e dei cheliceri.
VELOCITA’ DI CRESCITA E DIMENSIONI:
Vivendo solitamente per un anno soltanto, P. chrysops ha un metabolismo piuttosto veloce, coadiuvato dal clima caldo dei mesi primaverili ed estivi durante i quali esso è più attivo. Non è raro infatti trovare femmine all’inizio dell’autunno, maturate velocemente in due o tre mesi dalla nascita. I maschi invece maturano tutti dopo la diapausa invernale.
Le dimensioni medie di questa specie si aggirano attorno a 10mm di corpo, con minimi di 7-8 e massimi di 14-15 per i maschi più grandi. A differenza di altre specie, infatti, non è raro che il maschio raggiunga dimensioni maggiori delle femmine.
DESCRIZIONE:
P. chrysops è ritenuto, non a torto, uno dei ragni saltatori più belli d’Europa. In particolar modo il maschio si presenta, una volta adulto, con un cefalotorace nero lucido con due bande laterali bianche o giallastre, l’opistosoma rosso sgargiante con una marcata banda centrale nera che percorre longitudinalmente l’intero addome sul lato dorsale, la prima e la seconda coppia di zampe ricoperte da una peluria rossa mentre le altre due coppie sono grigio-giallastre, ed infine con pedipalpi setolosi di colore grigio cenere. La prima coppia di zampe inoltre è più lunga delle altre ed ha scopo anche riproduttivo, essendo usata per il corteggiamento.
La femmina di questa specie si presenta di color grigio-giallastro, presentando anch’essa bande più chiare sul lato del cefalotorace ed una banda più scura sul dorso dell’opistosoma. A differenza del maschio, le zampe sono più proporzionate tra loro.
Si capisce quindi che questa specie presenta un dimorfismo sessuale evidentissimo.
I ragnetti di prima muta (L1) invece hanno due macchie nere che coprono quasi l'intero cefalotorace, situate nella zona dei quattro occhi laterali. La parte superiore del'opistosoma è grigiastro con striature meridiane più scure. La parte inferiore è grigia, le zampe grigio cenere e i pedipalpi biancastri. La peluria sotto gli occhi frontali che copre parzialmente i cheliceri è anch'essa biancastra come i palpi.
Alla muta successiva l’aspetto cambia: ad L2 i ragni differiscono da L1 ovviamente per l’aumento di dimensioni (3mm di corpo), ma anche per il colore dell’addome che cambia da grigio chiaro a giallo con striature marroni. La colorazione L2 si mantiene pressoché stabile sino allo stadio di giovane che viene raggiunto attorno a L5. A questo stadio i ragni presentano una colorazione grigio-marrone chiaro uniforme con striature sull'addome a lisca di pesce, colorazione che tende a diventare sempre più grigia negli stadi successivi.
Come tutti i Salticidae, P. chrysops presenta i due occhi mediani anteriori più grossi dei rimanenti sei. Questi occhi sono deputati alla visione dettagliata di un soggetto mentre gli altri occhi servono da recettori di movimento. Quindi la vista per questi ragni è indispensabile sia per cacciare, sia per riconoscere un eventuale partner.
Basare la propria strategia di sopravvivenza sull’efficienza del proprio apparato visivo comporta però dei compromessi. Infatti questi ragni non sono capaci di cacciare e accoppiarsi al buio (anche se sono stati osservati dei casi eccezionali), per questo sono da considerarsi dei ragni diurni obbligati.
ALLEVAMENTO:
Riguardo all’allevamento in cattività, P. chrysops è un soggetto ideale da allevare per una serie di motivi, tra i quali spiccano la sincronia con l’attività umana e la bassa esigenza di condizioni climatiche particolari.
In linea di principio un P. chrysops sfrutta tutto lo spazio che ha a disposizione, esplorando il terrario alla ricerca di prede o di un rifugio adatto per mutare o deporre le uova (nel caso di femmina gravida). Essendo, come già descritto, estremamente attivo e mobile un terrario ideale per un esemplare adulto può tranquillamente misurare 15x15x25h senza mettere in difficoltà il ragno, esaltandone, al contrario, le qualità di saltatore e predatore d’agguato.
Il substrato da utilizzare può essere come al solito la torba, ma può anche terra mista a ghiaia/sabbia può andare bene, basta metterne 1 cm o 2 sul fondo del terrario col principale scopo di fornire un punto di ancoraggio per rametti o supporti di vario genere, i quali hanno invece molta importanza poiché il ragno tenderà a muoversi su di essi.
L’unico problema al quale si deve prestare un minimo di attenzione è la manutenzione del terrario stesso. Essendo estremamente attivi i P. chrysops tenderanno a ricoprire velocemente di tela la maggior parte delle pareti e superfici del terrario, arrivando ad ostacolarsi nei salti e nei movimenti. Quando si nota che il ragno presenta difficoltà nell’inseguire la preda sarà il momento di fare un minimo di manutenzione, asportando la tela in eccesso (facendo attenzione a non distruggere il nido notturno) e gli esoscheletri delle prede consumate con uno spiedo o altro bastoncino simile.
Una volta alla settimana è conveniente nebulizzare su di una parete del terrario, preferibilmente alle prime ore del mattino simulando la rugiada, per permettere al ragno di bere.
Durante il periodo che precede la muta, si potranno osservare alcuni fenomeni che è bene cogliere per evitare di stressare l’animale:
1) Rifiuto di prede con tentativi di fuga inspiegabili
2) Infittimento del bozzolo notturno
3) Inscurimento della parte ventrale dell’addome
Solitamente queste tre fasi, dette di premuta, possono durare da 2 giorni per gli esemplari più giovani, fino ad una settimana nel caso di ultima muta per la maturazione sessuale.
Una volta che il ragno ha mutato deve reintegrare i liquidi poiché questo processo ne comporta un notevole dispendio. Si deve quindi nebulizzare una piccola quantità d’acqua direttamente sul bozzolo oppure sulle pareti del terrario.
Per quanto riguarda invece la nutrizione è bene distinguere tra quattro stadi di crescita:
- Sling 1-2L: da nutrire principalmente con Drosophila melanogaster o con grilli appena nati.
- Sling 3-5L: è possibile passare a prede più grandi, tipo Drosophila hydei, giovani grilli o tisanuri.
- Giovani: si può passare alle mosche domestiche o insetti volanti di taglia adeguata.
- Subadulti e Adulti: si possono fornire anche mosconi e grossi insetti alati come sirfidi, falene di dimensioni anche maggiori rispetto al ragno stesso.
La cadenza dei pasti può essere decisa in base alle esigenze di crescita che si vuole ottenere. Solitamente per gli slings si adottano dei regimi alimentari più serrati che vanno via via a calare con la crescita del ragno e, di conseguenza, con l’aumentare della consistenza delle prede fornite. Si può inoltre distinguere il caso delle femmine gravide, che è bene nutrire giornalmente al fine di permettere un buon sviluppo delle uova.
RIPRODUZIONE:
La riproduzione di questa specie non presenta particolari problemi. È infatti sufficiente porre il maschio nei pressi della femmina affinché instauri un contatto visivo con essa. Il maschio comincerà una sorta di corteggiamento muovendo le zampe frontali, i pedipalpi e facendo vibrare l’addome. Se la femmina è recettiva ed interessata all’accoppiamento ritrarrà le zampe al cefalotorace, oscillando leggermente l’addome e permettendo al maschio di avvicinarsi e di accoppiarsi.
Dopo l’accoppiamento, la femmina si alimenterà il più possibile, sfoggiando un appetito pantagruelico, al fine di produrre le uova. Quando la femmina sarà poi in procinto di deporre ampierà il nido per poi rinchiudersi dentro. Dopo un paio di giorni essa deporrà le uova ricoprendole successivamente con un fitto strato di tela. Dal momento della deposizione, sono solitamente necessarie un paio di settimane per la schiusa. Si potranno notare le ninfe all’interno del cocoon, muoversi saltuariamente. Dopo una o due settimane ancora, le ninfe compiranno la prima muta e, successivamente, i neonati lasceranno il nido della madre che ricomincerà a cacciare ed a nutrirsi.
Le femmine di questa specie, una volta accoppiate con successo, possono produrre fino a tre ovisacchi fertili, arrivando a morire durante l’ultima covata.
Agalenatea redii:
Genere Cyclosa:
Genere Philodromus:
Microlinyphia Pusilla:
Argiope bruennichi:
Meta Menardi - Ragno delle Grotte:
Thomisinae:
Uloboride (Uloborus walckenaerius):
Philodromus Albidus:
Tetragnatha Extesa: